Omelia della Veglia pasquale

VEGLIA PASQUALE Notte tra il 31 marzo e il 1° aprile 2018 – CAMMINA E CORRI! –

E la Pasqua ricomincia! Buona Pasqua.

Il cammino della Pasqua ricomincia. Sappiamo bene che mai si interrompe, da duemila anni è così e così rimarrà per sempre. Anzi, misteriosamente, come un cerchio d’onda sull’acqua, avvolge di sé ogni epoca. Ieri oggi e sempre.

Grazie Signore per la Pasqua. Per il Cammino Pasquale.

Se la vita è un cammino, se la fede è un cammino, se la Chiesa è un cammino, lo dobbiamo al cammino che è la Pasqua.

È il cammino che Dio ha voluto fare con l’umanità. Prima con i Patriarchi, poi con il Popolo d’Israele, poi con tutti attraverso Gesù, attraverso lui si è dato gambe e piedi per starci vicino e, appunto, camminare con noi.

Ed è stato il suo, un cammino che ha condiviso tutti i nostri cammini. Quelli impolverati e infangati delle strade di Palestina, ma anche dei nostri cuori peccaminosi. I cammini di chi ha tradito, amato in modo sbagliato o solo non ha mai amato.

I cammini sassosi o aridi del deserto di Giuda, ma anche dei nostri soprusi e violenze. Quelle domestiche, quelle bullistiche, quelle sulle donne e quelle sui bambini. Quelle tra popoli o quelle politiche di chi predica bene e poi si incolla al potere per sé e dimentica del bene comune.

Quanti cammini storti Gesù ha dovuto e voluto condividere con noi. Non mancano per fortuna anche cammini più dolci e più diritti, fatti da amori appassionati e fedeli, famiglie dove si riesce ancora a parlare o dove nonostante tutto si tiene duro. Fatti di senso del dovere, capacità di volontariato e gratuità sia nella Chiesa che fuori.

Gesù li ha condivisi tutti i nostri cammini, ha messo tutte le nostre scarpe. Ma soprattutto, alla fine ha saputo attendere i cammini nuovi che aveva messo in moto. Il suo amore, ogni amore, mette in moto cammini e quella mattina di Pasqua i primi passi che nel silenzio mattutino, si muovono un po’ furtivi attorno al sepolcro sono quelli delle TRE DONNE, ci raccontato l’evangelista Matteo. Sono sandali leggeri, di donna e non è un caso (pensiamoci spesso noi uomini) che mossi da cuori innamorati, hanno saputo cacciare le ombre della paura e per quel poco che sanno e che resta, si mettono in moto.

Hanno con se OLI AROMATICI per ungere un morto, ma quel morto non c’è. Sono sempre i piedi di Dio quelli di Gesù e la morte non è riuscita a chiuderli nei suoi ceppi. Sono già rialzati, sono già risorti quei piedi e corrono. Sono piedi di giovane quelli di Gesù, perché la vita è sempre giovane. Per questo ad attendere per l’annuncio c’è un GIOVANE in quella tomba ormai vuota. Non è la falsa ammirazione giovanilitstica con cui ci ubriachiamo spesso oggi, ma messaggio di Dio per noi e lo capiamo da quella VESTE BIANCA che indossa, segno di una assenza-presenza divina in quella tomba. D’ora in poi li si incontra la vita, Gesù Risorto è nella vita, è eternamente giovane, perché eternamente vivente. La giovinezza è del Risorto perché le chiavi della vita sono di Dio!

Solo con Lui il cammino del vivere quotidiano rimane cammino di vita vera, altrimenti presto, molto presto il cammino del vivere mostra il suo volto di morte.

 

E allora al cammino delle donne, che diventa corsa, seguendo il ritrovato maestro, si aggiunga il nostro cammino e se possibile la nostra corsa. Abbandoniamo le pigrizie e i massi che bloccano. Indossiamo le scarpe leggere del Risorto per correre, giovani o ringiovaniti dentro dalla vita potente che da quel sepolcro vuoto e prima dalla croce e prima dal cenacolo e sgorgata abbondante e potente.

Lasciamoci travolgere. Sarà dolce questa corsa pasquale che tutti possiamo sempre rifare, a qualsiasi età. Il Risorto non ha più età e noi con Lui definitivamente supereremo questo “breve” ostacolo che ci rallenta. C’è una lieta notizia da portare, ci sono scarpe nuove da indossare, piedi e gambe nuove da mettere in moto.

Sì, stasera è come una palestra dalla quale esci rafforzato, rinnovato, ringiovanito. Stanotte si cambia davvero. Stanotte non c’è più paura. Stanotte la storia si rinnova. La nostra storia, la storia di tutti.

Prendi i suoi sandali e corri. È Pasqua, sia una Pasqua a correre come Lui e con Lui. Questa è la corsa che merita. Questa è la corsa che vale. Qui arriviamo tutti primi. Qui nessuno resterà indietro.

È Pasqua: cammina e corri!