Omelia del 13 dicembre 2020

3^ domenica del Tempo di Avvento/Anno B – ACCOGLIERE – ATTENDERE, PREPARARE, oggi il verbo con cui sintetizzare questa 3^ domenica di Avvento può essere: ACCOGLIERE.
Anche il colore che la liturgia propone, il rosaceo, esprime come un “anticipo” della gioia del Natale che oggi siamo invitati, appunto, ad ACCOGLIERE, mentre ci prepariamo alla grande ACCOGLIENZA del NATALE o meglio del suo Protagonista: GESU’!
Anche questo è un verbo bello e che in questo tempo “ci manca”. Non possiamo ACCOGLIERE con libertà le persone, anzi, non dobbiamo accoglierle affatto, per continuare a difenderci dal virus, in attesa del vaccino ormai speriamo prossimo (anche se comunque serviranno, sembra, ancora mesi per i suoi effetti benefici).
A NATALE non potremo accogliere troppe persone a casa nostra, dovremo viverlo sacrificando proprio questa dimensione fondamentale della vita di ognuno di noi.
Ma, come sempre, anche qui siamo invitati a vedere anche le fatiche della vita con gli “occhi di Dio”. E cosa ci mostrano? Le fondamenta di una festa, appunto GESU’, che troppo spesso abbiamo lasciato fossero nascoste da tanti aspetti marginali, secondari, poco importanti.
Eccoci allora invitati a rendere più evidente nella nostra vita e in quella della parrocchia l’ACCOGLIENZA che dobbiamo dedicare a GESU’, quell’accoglienza “esistenziale”, che riguarda tutta la vita, perché Lui la illumini, la trasformi, la renda luminosa e gioiosa come solo Lui sa fare.
Dunque avviciniamoci a Lui con le intenzioni esattamente contrarie rispetto a quelle che abbiamo ascoltato nel Vangelo da parte dei GIUDEI e FARISEI e i loro rappresentanti, SACERDOTI e LEVITI inviati dal BATTISTA A INTERROGRARLO.
Loro non vanno ad ACCOGLIERE una BUONA e INATTESA NOTIZIA, che apre orizzonti nuovi alla loro visione di DIO e della Rivelazione. Vanno con le loro sicurezze e certezze che nei secoli si sono incrostate, lasciando accumulare attorno al nucleo incandescente della Rivelazione di Dio, fatta ad Abramo, i patriarchi, Mosè e i profeti, che rivelava un SALVATORE oltre ogni schema e modalità umana. Le loro teorie e teologie lo hanno ormai nascosto ai loro occhi e non sono più in grado di riconoscerlo e accoglierlo. Hanno reso CONTORTE le loro strade, tanto da non riuscire più a raggiungerlo. Hanno cioè un’idea di DIO ormai frutto dei loro ragionamenti, delle loro convenienze, pretese di sapere e di dominare, accecati dall’interesse di coloro che devono difendere una posizione, dei privilegi e NON VEDONO più il SIGNORE CHE VIENE.
Dice loro il BATTISTA, infatti: RENDETE DIRITTA LA VIA DEL SIGNORE, COME DISSE IL PROFETA ISAIA.
Ma loro il profeta da tempo non lo ascoltano più con libertà e verità, ma lo leggono solo piegandolo ai loro interessi.
Vanno ad interrogare il BATTISTA, e lui, che poteva approfittare della sua posizione, sostituendosi al Messa, diventano leader, invece rifiuta ogni sostituzione, fa continui passi indietro, non vuole nemmeno un briciolo della LUCE DI CRISTO che deve brillare unica e cristallina, l’unica da ACCOGLIERE veramente.
E così, con sorpresa dei suoi interlocutori dice: NON SONO IL CRISTO… NON SOLO ELIA… NON SONO IL PROFETA… e poi alla loro insistenza aggiunge: SONO VOCE DI UNO CHE GRIDA NEL DESERTO… BATTEZZO CON ACQUA, LUI BATTEZZERA’ CON LO SPIRITO (diranno gli altri evangelisti).
Una VOCE NEL DESERTO cos’è? È ben poca cosa, si perde nel vento cantava qualcuno ed è davvero così.
Il BATTISTA scopre quelle fondamenta, quel nucleo incandescente che SACERDOTI E LEVITI avevano lasciato sotterrare. Lui si ha già ACCOLTO il Salvatore e ora lo chiede agli interlocutori e a noi!.
Ecco il LIETO ANNUNCIO di cui parla ISAIA nella prima lettura, lui che ha accolto LO SPIRITO DEL SIGNORE (…È SU DI ME).
E quale è la controprova? FASCIARE LE PIAGHE DEI CUORI SPEZZATI, PROCLAMARE LA LIBERTA’ DEGLI SCHIAVI, SCARCERARE I PRIGIONIERI… potremo dire la CARITA’, l’AMORE. Ecco la prova che abbiamo davvero ACCOLTO il Salvatore, il quale trasforma il nostro cuore e lo rende capace di accogliere e amare! Non come quello di SCRIBI e FARISEI.
Ed ELIA GIOISCE. Ecco la ricompensa.
Chi ACCOGLIE GESU’, AMA, e quindi GIOISCE, diventa LIETO dice San Paolo. Allora è Natale. Non il nostro. Quello di GESU’.