Omelia del 08 ottobre 2023

27^ Domenica del Tempo Ordinario/A – CONTADINI CATTIVI, UNA VIGNA BUONA, SCARTI CHE DIVENTANO PREZIOSI – L’occasione del Raduno provinciale dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi sul Lavoro (ANMIL) diventa l’ennesima occasione per entrare nel Vangelo attraverso il tema del LAVORO come le scorse domeniche, ma anche per vivere il contrario: portare il messaggio del Vangelo dentro quella porzione di vita così importante e per tanti aspetti decisiva che è il lavoro.

Subito cogliamo un primo messaggio che potremo definire drammatico, perché il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato ci presenta una situazione drammatica! Nel Vangelo è il dramma del FIGLIO UCCISO, ma prima di lui anche di alcuni SERVI, da parte dei CONTADINI a cui era stata affidata la VIGNA.
È chiaro il riferimento religioso: il popolo ebreo diventa figura di una umanità che non accoglie DIO. Un tempo in nome di una religiosità addomesticata. Oggi in nome di una (si dice) secolarizzazione, pretesa di autonomia che provoca disastri.
Mentre è facile leggere un riferimento al mondo del lavoro: quando appunto, in nome del profitto, non si rispettano le regole, le norme di sicurezza, non si fa la formazione, oppure non si applicano le norme, le regole, questo sia dal versante dei datori di lavoro che da quello dei lavoratori stessi. E si rovinano vite, si perdono vite.

Abbiamo un secondo messaggio che mi viene intrecciando questo vangelo dalla recentissima pubblicazione della LAUDATE DEUM, la nuova esortazione di Papa Francesco che prosegue i discorsi della LAUDATO SII. È detto nel Vangelo che appunto quell’UOMO AFFIDA AI CONTADINI UNA VIGNA ben preparata: TERRENO, SIEPE, TORCHIO, TORRE. Ci è affidato un mondo, una terra che è l’unica che abbiamo. La abbiamo sfruttata a fondo, soprattutto a partire dalla rivoluzione industriale partita nell’800! Forse all’inizio la consapevolezza dell’inquinamento poteva essere inesistente, ma oggi sappiamo bene a cosa stiamo andando incontro. E mentre da un lato il Papa lancia un grido quasi disperato ai grandi della terra, dall’altro chiede anche a tutti noi di cominciare a fare la nostra parte anche se piccola e smetterla di pensare di risolvere le cose con la forza come quei CONTADINI. È davvero tempo di tornare a curare la VIGNA che il SIGNORE ci ha dato con delicatezza, pensando che abbiamo poco tempo per invertire la rotta, o cominciando con coraggio a prendere decisioni che vanno in questa direzione. Il mondo del lavoro ha grandi opportunità oltre che responsabilità. Ma il mondo del lavoro, come ogni mondo, è fatto da persone che devono prendere decisioni.
L’immagine finale del Vangelo è interessante per noi che produciamo tanti SCARTI: lo SCARTO DIVENTA PIETRA D’ANGOLO. La sfida è trasformare gli scarti in opportunità e magari non produrre più scarti. Sia nell’ambito della materia, come anche nell’ambito delle persone umane. Come nella LAUDATO SII il Papa parlava di “ecologia integrale”, oggi dobbiamo parlare di “umanità integrale”. Non possiamo difendere solo i nostri interessi, non possiamo scartare i migranti, i diversi, chi la pensa o vive diversamente da noi…

Sono due messaggi forti che il Vangelo di oggi ci lancia, stimolato da questi due eventi che ci riguardano.

Il terzo messaggio lo ricavo dalla seconda lettura, la LETTERA DI SAN PAOLO AI FILIPPESI, dove c’è un accorato appello a fidarsi di Dio. Credo sia il motivo di speranza a cui non dobbiamo mai smettere di credere. NON ANGUSTIATEVI PER NULLA, IN OGNI CIRCOSTANZA FATE PRESENTI A DIO LE VOSTRE RICHIESTE, PREGHIERE, SUPPLICHE E RINGRAZIAMENTI.
Dio non ci abbandonerà. Ma a noi compete chiedere, pregare, supplicare, ringraziare. Non per convincere Dio, non per svegliarlo, non per comprarlo, ma per aprire il nostro cuore che come una finestra, solo se apriamo i balconi lascia entrare in casa la luce e il calore che fuori ci sono sempre.
Dio è sempre presente e operante, ma l’uomo con la sua libertà, può e deve sempre collaborare. IL DIO DELLA PACE SARA’ CON VOI, conclude Paolo, a dirci che i nostri sforzi non saranno mai vani se cercheremo il bene (TUTTE QUELLO CHE E’ VERO, NOBILE, GIUSTO, PURO, AMABILE, ONORATO…)

Tre messaggi dunque per continuare un cammino che su questa terra non deve mai arrendersi. Il cammino della fede. Il cammino dei figli di Dio, amati, voluti e responsabilizzati: siamo noi ed è questo il tempo. Non ieri, non domani. Oggi!