Omelia del 6 gennaio 2020

EPIFANIA 2020 – UNICO DESTINO – Dice Paolo agli Efesini, nella seconda lettura: LE GENTI SONO CHIAMATE, IN CRISTO GESU’, A CONDIVIDERE LA STESSA EREDITA’, A FORMARE LO STESSO CORPO E AD ESSERE PARTECIPI DELLA STESSA PROMESSA PER MEZZO DEL VANGELO.
E’ una frase che fotografa bene la festa di oggi, l’EPIFANIA, quella “manifestazione” di Gesù, il Figlio di Dio, agli uomini, simboleggiata nel Vangelo da quella visita di coloro che oggi chiameremo “extracomunitari”, i MAGI, provenienti da ORIENTE, che ci ricorda in modo forte come tutti gli uomini siano chiamati ad un’unica EREDITA’, un unico CORPO, una stessa PROMESSA.
Questa “unicità” è stata bene espressa, ovviamente da un altro punto di vista, dal Presidente della Repubblica la notte di Capodanno, quando, mostrando una bellissima foto dell’Italia vista dallo spazio, citava l’attuale astronauta italiano che è in orbita, Luca Parmitano, il quale ebbe a dire: “quanto appaiano incomprensibili e dissennate le inimicizie, le contrapposizioni e le violenze in un pianeta sempre più piccolo e raccolto”.
L’EPIFANIA ci dice questo. In questa nostra piccola Terra, siamo tutti fratelli, figli di uno stesso Padre, e anche se non lo crediamo, basta guardare il nostro pianeta un poco più distante, per capire comunque che per tutti è unica l’origine.
E che le divisioni che tracciamo e difendiamo con tanta tenacia e spesso cattiveria, nel terreno, dallo spazio nemmeno si vedono. E nemmeno GESU’ le vedeva, perché esse non ci sono. I figli di ABRAMO condividono uno stesso Padre, una comune origine. Tutte le divisioni sono successive.
E se certo ci viene chiesto di combattere il male, non dimentichiamo che il male è trasversale: è dentro di me, di te, in ognuno di noi. Tutti abbiamo in noi il male e il bene, siamo tutti sulla “stessa barca”.
E qui non stiamo facendo un discorso di “accoglienza” buonista, ma stiamo parlando del “PROGETTO DI DIO” che è chiaramente orientato all’unicità della famiglia umana che come credenti non possiamo non credere, desiderare, perseguire.
E se questo impegno, abbiamo capito, non essere più necessariamente la conversione di tutti al cristianesimo, certo questo non deve impedirci di essere testimoni di EPIFANIA, manifestatori di Cristo che è nato, morto e risorto per tutti, anche per quelli che non lo conoscono e non lo credono.
In nome di CRISTO, io accolgo e non posso non accogliere ogni fratello. E mentre gli mostro CRISTO, accetto e prego che lui possa essere coerente e fedele a ciò che crede. Accolgo e cerco di creare le condizioni migliori possibili perché anche io possa essere accolto dal fratello. Perché possa davvero crescere una universale fratellanza. Che inizia prima di nascere, con il concepimento, e finisce con la morte naturale (così togliamo ogni scusa di colore politico a questo discorso). L’accoglienza deve essere orizzontale, sulla terra, tutta la terra, ma anche verticale, tutto l’uomo.
Anzi ancora di più, pur non sposando quelle teorie mi sembra alquanto ingenue che umanizzano gli animali (e spesso animalizzano gli uomini), però siamo chiamati a sentire questo nostro mondo, questa natura, questo universo un Creato, un dono di Dio da rispettare e amare tutto, tutti, sempre.

L’EPIFANIA allora non è solo una festa antica, ma una festa moderna. Il NATALE che essa ci inviata “manifestare” diventa luce per tutti gli uomini, tutto l’uomo, tutto il mondo delle creature.
Tutto e tutti in CRISTO creati, amati, voluti, ma anche resi liberi. Per questo il male esiste e continua a perseguire i suoi fini brutti e malati.
A noi, con la LUCE di CRISTO negli occhi, con la gioia dei MAGI nel cuore, con la forza di MARIA e GIUSEPPE nelle mani, il compito di continuare nel tempo la “manifestazione”, l’EPIFANIA, ieri, oggi, domani e sempre. Fino al giorno in cui non sarà più necessario “manifestare” perché “VEDREMO A FACCIA A FACCIA”, tutti, senza più distinzioni di razze, di nazioni o di religioni. Tutta l’umanità di buona volontà sarà lì in prima fila a contemplare. Il resto, l’umanità che avrà scelto il male, e questo la sa solo Dio (e lui ci scampi dalla tentazione di giudicare noi…!), sarà nel buio, girata di spalle, senza più luce e senza più speranza. Noi vogliamo la luce, noi vogliamo la speranza, per noi, per tutti e per sempre!