Omelia del 10 febbraio 2019

5^ domenica del Tempo Ordinario – Anno C.
LA VITA E’ UN “ECCOMI” A DIO.
ECCOMI MANDA ME dice Isaia nella prima lettura al Signore, dopo la PAURA iniziale di DIO e la purificazione ricevuta dall’ANGELO: Se Dio è con noi non abbiamo più paura di nulla.
Ed “ECCOMI” è una parola che direttamente o indirettamente tutti siamo chiamati a pronunciare un giorno a Dio, se siamo credenti. Il giorno del nostro Battesimo fu anticipata dai nostri genitori, come pure durante buona parte della nostra infanzia. Ma nell’adolescenza e nella prima giovinezza, in modo diretto o indiretto, in modo puntuale o secondo una dinamica più graduale, tutti abbiamo ricevuto una CHIAMATA, quella della nostra VOCAZIONE, alla quale dover rispondere il nostro ECCOMI.
Già con la Cresima siamo stati invitati a pronunciarlo, più o meno consapevolmente.
Poi nella vita. Quando ci siamo innamorati: ECCOMI per te mio innamorato o mia innamorata. Oppure quando abbiamo avvertito la chiamata alla consacrazione religiosa o presbiterale. Oppure quando, magari con una dinamica ancora in corso, abbiamo avvertito che il nostro non essere sposati o consacrati non era solo un “non essere”, ma era chiamata, un “modo di essere” nel mondo, per conto di Dio.
In fine ci sono i tanti ECCOMI della vita quotidiana. Quello del restare fedeli alla chiamata iniziale senza tradire l’amore o la consacrazione. Quelli legati più strettamente alla vita: un lavoro, un figlio che nasce, una malattia, la morte di una persona amata e in fine la nostra morte. LA VITA E’ UN ECCOMI CONTINUO A UN DIO CHE CHIAMA SEMPRE. Chiediamoci sempre: Sto rispondendo?

La Settimana di Animazione Vocazionale, che inizia venerdì, mettendoci accanto ai 15 giovani che nel nostro Seminario stanno verificando o già dicendo il loro ECCOMI a Dio come preti diocesani, ci aiuterà tutti a interrogarci e a verificarci sui nostri ECCOMI. Speriamo sia anche l’occasione perché ragazzi e giovani abbiano il coraggio di chiedersi se ci sia nel loro cuore una chiamata speciale: come preti, religiosi, religiose (sperando che i genitori non blocchino sul nascere questo desiderio) e anche quella dell’essere sposi cristiani ormai anch’essa da considerare “speciale” (visto che tanti giovani, anche credenti, oggi non pensano più al matrimonio, oppure lo rimandano in favore della convivenza, che non è un eccomi pieno e definitivo a Dio, è ancora un “mezzo eccomi” e noi non riusciamo a convincerli che è di più ciò che perdono rispetto a ciò che ottengono!).
Per dire ECCOMI a Dio, ci vuole coraggio e oggi, forse, più di ieri!
Paolo nella seconda lettura e Pietro nel Vangelo sono due che questo coraggio lo hanno avuto, anche se in modi diversi.
Ci vuole coraggio perché alla fine ti devi fidare di una PAROLA, di un VANGELO, che è si, buona notizia, ma solo promessa. Sa si di Risurrezione, ma devi crederci. Riempie si di senso la vita, ma devi volerlo.
E oggi tutto questo non ci viene più spontaneo. Nel mondo rurale di un tempo, fidarsi di Dio e affidarsi alla sua Provvidenza era quasi inevitabile. Oggi anche nelle canzoni di San Remo si dice di lasciare perdere (cf Arisa ad esempio che dice: Credere all’eternità è difficile. Basta non pesarci più e vivere. Chiedersi che senso ha? E’ inutile. Se un giorno tutto questo finirà …).
A chi diciamo il nostro ECCOMI?
Io sono qui perché credo con tutto il mio cuore, pur con le mie debolezze, che l’ECCOMI migliore è quello detto a GESU’. Quello che hanno detto PIETRO, GIACOMO E GIOVANNI. Le loro RETI si sono riempite, contro ogni logica. E se io oggi sono qui, è perché credo che quello è davvero accaduto. Scommetto su questo e scommetto sulle generazioni e generazioni di credenti, peccatori ma credenti (e anche tanti santi), che hanno GETTATO LE RETI e NON HANNO AVUTO PAURA e hanno cambiato vita (SARAI PESCATORE DI UOMINI). Le loro RETI si sono riempite. Scommetto sulla loro gioia, sulla loro felicità, sul senso di una vita che andrà oltre questa, che sarà nuova e sarà per sempre.
Ma occorre PRENDERE IL LARGO, occorre, contro ogni logica, come PIETRO, dire: SULLA TUA PAROLA GETTERO’ LE RETI.
Sulla Sua Parola: Gettiamo anche noi le reti. Gettiamole e rigettiamole. Nessuno che si è fidato di GESU’ è rimasto deluso. Le vite di chi si è fidato di GESU’ hanno brillato, sono state colme, UNA QUANTITA’ ENORME DI PESCI. Io dico ECCOMI. E tu?