Omelia dell’Epifania

EPIFANIA 2018

TRA IL DONO E IL COMPITO –

Se l’Epifania è la festa della “manifestazione” al mondo del Salvatore, la festa dove si realizza la grande profezia di Isaia (VIENE LA TUA LUCE, CAMMINERANNO LE GENTI ALLA TUA LUCE, VENGONO DA LONTANO, UNO STUOLO DI CAMMELLI, PORTANO ORO E INCENSO), la festa dove le parole di San Paolo trovano compimento (LE GENTI SONO CHIAMATE, IN CRISTO GESU’, A CONDIVIDERE LA STESSA EREDITA’, A FORMARE LO STESSO CORPO, AD ESSERE PARTECIPI DELLA STESSA PROMESSA PER MEZZO DEL VANGELO), ebbene potremo essere tentati di pensare che il vero vincitore sia ERODE!
Dov’è questo cammino convergente delle genti, dov’è quest’unità promessa? Non li vediamo. Sembrano più lontane e che vicine. I segni che anche oggi vediamo parlano del contrario: chiese divise, popolo separati, muri che si alzano, minacce sempre più grosse, disuguaglianze che generano migrazioni, e migrazioni che generano tensioni, chiusure e odio, egoismi, personali, nazionali e internazionali, e potremo continuare l’elenco…
Dov’è oggi la STELLA? Non riusciamo più nemmeno a vedere le stelle a causa dell’inquinamento luminoso e chimico.
Dov’è oggi BETLEMME? Quella storica è circondata da un muro alto 6 metri e sorvegliato a vista, pieno di odio da un lato e dall’altro.
Dove sono i MAGI che da ORIENTE portano i doni? L’ORO (la regalità di Gesù, il suo primato: sembra decisamente al tramonto), l’INCENSO (esprime la preghiera, ma sembra passata di moda), la MIRRA (annuncia la qualità di un amore che sa soffrire per l’altro, sembra merce sempre più rara, anzi rarissima).
Potremo concludere che l’EPIFANIA resta un sogno, un pio desiderio non realizzato, una favola, una bella storia per bambini. Mentre la realtà è un’altra cosa.

Niente di tutto questo. O meglio, tutto vero, ma… c’è un ma, una LUCE c’è oltre il buio, una STELLA c’è oltre l’inquinamento dell’egoismo, un BAMBINO speciale c’è dentro ognuno di noi e i MAGI sono più reali di quello che siamo disposti ad ammettere.
E’ la fede che ce lo dice. La fede, si, ma come CAMMINO che rimane cioè dono e compito per ogni generazione, per ognuno di noi!
O si, mi pare che una chiave importante per leggere, vivere e gustare questa festa, oltre il suo sapore da fiaba, è proprio quello di leggerla, come del resto tutto il VANGELO, come un DONO e un COMPITO.

Se fosso solo l’uno o solo l’altro sarebbe un fallimento. Il DONO da solo ti porta a chiederti: dov’è? E come centra nella mia vita? E concludi dicendo: è troppo piccolo, troppo invisibile, troppo insignificante. E il COMPITO da solo ti porta a dire: è impossibile, non ce la faccio, non ho le forze, non ho il coraggio, non ho le capacità, la santità, la fede sufficiente.

E invece il DONO dice la possibilità. La sua piccolezza, rappresentata dal BAMBINO, dice la sua vicinanza, la sua reale presenza in ognuno di noi, la possibilità che davvero ognuno possiede perché un piccolo dono da Dio ognuno lo ha ricevuto e tutti possiamo, se vogliamo, rintracciarlo nel nostro cuore, nella nostra vita, nella nostra storia. Un po’ di bene c’è sempre in ogni vita. Certamente chiede FEDE, ma la chiede dopo averla donata.
Mentre il COMPITO dice il cammino che spetta ad ognuno di noi, e che nessuno può realizzare al posto nostro. Dice la libertà che tutti abbiamo davanti a Dio e ai suoi doni. Dice la reale necessità di fare la nostra parte per quanto piccola e insignificante, dice come anche il passo piccolo e insignificante, come i MAGI, è utile e necessario. Certamente ha bisogno di SPERANZA che da sola può tenere aperta la porta a Dio. Una speranza che è essa pure donata, accesa da Dio, ma chiede poi la nostra collaborazione affinché non si spenga.

Beati i MAGI dunque e beati NOI. Perché siamo tutti, davvero tutti, unica umanità risvegliata dal sonno da una VOCE, la cui notte è illuminata da una STELLA, e per i quali i tanti grandi e piccoli ERODE, quelli fuori e quelli dentro di noi, non avranno la meglio, perché ci sarà sempre un SOGNO attraverso cui il Signore saprà guidarci, anche quando le stelle sembrano spente e il cammino smarrito. Il BAMBINO ci attende, ci invita al cammino, ci sprona al dono. E la vita, anche la nostra, sarà una EPIFANIA… dell’AMORE.