Omelia del 25 febbraio 2018

II^ Tempo di Quaresima/Anno B – TRASFIGURAZIONE: NOSTRA SPERANZA! – Nell’itinerario quaresimale, dopo la Tentazione segue sempre la Trasfigurazione. Quest’anno abbiamo ascoltato ovviamente il racconto di Marco. E’ un chiaro invito alla speranza. Le prove della vita simboleggiate dal DESERTO e dalla TENTAZIONE, non sono l’unica voce, l’unico messaggio. La VOCE DALLA NUBE, ci ricorda che, pur nascosto, Dio non ci abbandona. La sottolineatura di speranza, emerge anche dal fatto che questo episodio segue immediatamente l’annuncio della Passione. Siamo a metà del Vangelo di Marco e da qui in poi sempre di più apparirà chiara la fine ingloriosa di GESU’.

E’ la strada dell’umanità. Nessuno in questa vita finisce in gloria, se non altro perché tutti dovremo confrontarci con l’ultima parola, o quella che dal nostro punto di vista sembra l’ultima, parola che è la morte! Ebbene GESU’ non è estraneo a questo nostro inevitabile percorso, ma ci mostra qualcosa d’altro. E’ una finestra aperta, per un attimo, sull’oltre, sul panorama successivo.

E’ evidenza di Dio, che poi la VOCE confermerà. Siamo infatti su un MONTE, luogo che “avvicina” a Dio, che ci porta nella sua direzione, anche quando tutto sembra andare in ben altra parte (come testimonia l’esperienza di ABRAMO e ISACCO che sul MONTE sembrano andare incontro al dramma, alla morte che chiude per sempre la speranza). Quali sono in questa Quaresima i nostri “monti”, i luoghi che abbiamo scelto per “avvicinarci” a Dio? (un momento di preghiera in più, un digiuno, un momento di carità…).

Con Gesù ci sono i tre discepoli principali, PIETRO, GIACOMO E GIOVANNI, testimoni già della risurrezione della figlia di GIAIRO e, più tardi, dell’AGONIA NEL GETZEMANI. Gesù ha con sé dei testimoni privilegiati. Mi piace pensarli innanzitutto a 3 amici con cui condividere non solo i momenti brutti, ma anche quelli belli. Facciamoci e coltiviamo amicizie così. E il primo modo è quello di esserlo noi per primi. Così vale anche con Dio che ci vuole amici suoi.

Le VESTI BIANCHE sono un altro riferimento al “divino”. GESU’ porta con sé la divinità, “chi vede lui vede il Padre” dirà. Qui poggia la nostra fede e la nostra speranza. Nella fragilità della sua carne, che condivide con noi, è nascosta la forza della sua divinità. Nel buio della sua Passione, è nascosta la luce della sua Risurrezione. Ci occorre solo un poco di pazienza.

La presenza di ELIA e MOSE’ ci porta a cogliere la continuità con tutta quella Storia della Salvezza che da secoli Dio andava tessendo con il suo Popolo. E’ segno della fedeltà di Dio alle sue promesse. Dice che nessuno è escluso dal dono che si sta per realizzare. Testimonia un compimento che viene da lontano, da sempre. Un prendersi cura che non è mai venuto meno.

La proposta di PIETRO E LE TRE CAPANNE, è la inevitabile tentazione nella quale sempre caschiamo. Voler imprigionare Dio, volerci tenere tutti per noi i doni suoi, la paura che la condivisione possa far rima con la diminuzione. L’idea che stare fermi è meglio che andare, stare al chiuso è meglio che uscire. Ma per un cristiano non è così. Un cristiano va, esce, condivide, dona. Facciamolo anche noi in questa Quaresima nelle tante forme che ci capiteranno.

Ma certamente il culmine accade con la NUBE e la VOCE: QUESTI E’ IL FIGLIO MIO L’AMATO: ASCOLTATELO. Il Padre si espone, dichiarando a tutti ciò che non è ancora evidente: in GESU c’è il FIGLIO, e questo figlio è l’AMATO. L’intima identità di Gesù è l’ESSERE AMATO dal Padre. E’ il cuore di Dio, un cuore d’amore. E poi l’invito per noi, la sintesi di tutti i comandamenti, la nostra identità: ASCOLTARLO, essere ascoltatori, uditori della Parola che è Gesù. Questo solo ci viene chiesto, il resto viene di conseguenza. Stiamo cercando occasioni di “ascolto” in questa Quaresima? Prossimamente ne avremo di nuove. Sfruttiamole.

In fine c’è la DISCESA e il MANDATO AL SILENZIO. Non ci sorprenda. Fino a che GESU’ non sarà risorto tutto è incomprensibile. Fino a che non si accende la fede, l’incontro con Gesù, anche le nostre vite più o meno religiose, resteranno superficiali e tutto sommato inutili. Chiediamo e lasciamoci inondare dal suo Spirito di Risorto.

Faremo l’esperienza che fu di ABRAMO. La dove sembrava morte fiorì la vita. La dove sembrava tutto finito, tutto ricominciava.

Faremo l’esperienza di PAOLO che confida in Dio con tutto se stesso: SE DIO E’ PER NOI CHI SARA’ CONTRO?

Continuiamo a salire sul monte della Quaresima. Anche per noi Gesù troverà il modo di mostrarci la sua Trasfigurazione: la nostra speranza!