Omelia del 21 giugno 2020
|12^ del Tempo Ordinario/Anno A – VALIAMO PIU’ DEI PASSERI- Oggi ricordiamo tanti fratelli che hanno concluso la loro vita terrena in quel tempo terribile dove la pandemia ci ha impedito di dar loro l’estremo saluto radunati insieme nella celebrazione eucaristica.
Oggi li ricordiamo e nuovamente li affidiamo al Signore. Oggi possiamo farlo riunti insieme e nella Messa. Ringraziamo il Signore per poterlo di nuovo fare, anche se ancora in forma ridotta.
Pregare insieme aiuta a portare il dolore, lo condivide, è come un peso che invece di gravare su un unico zaino, viene suddiviso tra tanti. Questo è un primo motivo, molto umano, del fatto che abbiamo bisogno di vivere insieme questi momenti.
Ma c’è almeno un secondo motivo, molto cristiano per cui noi, se possibile, vorremo salutare i nostri cari durante la Messa: lo facciamo perché, ci crediamo o no, ci crediamo tanto o poco, l’Eucaristia è quella porta aperta, tra questo mondo, che è limitato, provvisorio, per quanto sia l’unico che ci è dato di vedere, e l’altro mondo, quello dove in realtà ognuno di noi è destinato e che crediamo essere quello fondamentale, quello che vale, quello che dura. Quel pane e vino consacrati che abbiamo appena celebrato al CORPUS DOMINI, sono il punto di contatto. Li si incontrano i due mondi. Mentre facciamo la Comunione, che È IL CORPO DI CRISTO, noi davvero entriamo dentro questo “nuovo mondo”, dove i nostri cari già abitano.
È in questa prospettiva che possiamo leggere le letture di questa domenica, la prima dopo la grande festa della Pasqua, con la sua preparazione – la Quaresima – e la sua celebrazione nel tempo – il tempo Pasquale che si conclude a Pentecoste con le due appendici finali, la festa della Trinità e quella appunto del Corpus Domini – che sono il cuore della vita cristiana e che quest’anno ha coinciso con questa situazione drammatica della pandemia che ci ha fermati proprio in questo tempo.
Dunque, nel Vangelo di oggi troviamo una prima indicazione per noi e per i nostri defunti: NON ABBIATE PAURA…VOI VALETE PIU’ DI MOLTI PASSERI. Non abbiate paura, i nostri cari defunti valgono più di molti passeri, e noi con loro, per questo SONO RICONOSCIUTI DA DIO e noi lo saremo con loro.
Gesù mette in guardia i SUOI APOSTOLI contro quegli UOMINI che UCCIDONO IL CORPO. Sta parlando di coloro che si contrappongono alla fede, che la rifiutano. Non sono tanto quelli che non credono, quanto piuttosto coloro che non sopportano quelli che credono, che si fidano e si affidano a Dio.
Noi vogliamo credere e affidarci a Dio per affidare i nostri cari a Lui e così davvero NON TEMERE, poter dire nel profondo del nostro cuore che loro VALGONO PIU’ DI MOLTI PASSERI e ora, entrati definitivamente nel Regno del Padre, questo loro valore viene messo pienamente in luce.
Poi abbiamo ascoltato San Paolo ai Romani. Un testo impegnativo, ma illuminante. Ci dice una cosa sottile, ma fondamentale: IL PECCATO E’ ENTRATO NEL MONDO, cioè non ne faceva parte. È il frutto della nostra libertà. Il MONDO, il tempo, sono i luoghi della libertà ferita. Ma CRISTO è venuto per guarirla e lo ha fatto. Per cui il Paradiso, l’altro mondo (esiste “solo” questo in senso pieno: il purgatorio è un passaggio. L’inferno è “non esistenza”), è il luogo della libertà liberata per amore e per amare. Siamo fatti per questo.
È per questo che i nostri cari ci mancano ed è in questa condizione perfetta che ora essi si trovano. Ora stanno amando pienamente, per sempre, all’ennesima potenza. Liberi di amare davvero. E così loro ci aspettano, perché l’amore è inclusivo, mai esclusivo.
Un cenno conclusivo sulla prima lettura, il profeta Geremia. I profeti sono grandi innamorati di Dio (e Dio è innamorato di loro!). Per questo suscitano invidia e GEREMIA è invidiato e vorrebbero eliminarlo. MA IL SIGNORE È AL MIO FIANCO, dice lui e noi lo diciamo per i nostri defunti. Il SIGNORE è al fianco di tutti. La differenza tra noi e quanti hanno già varcato la soglia della morte è che noi non lo vediamo, loro lo vedono, che IL SIGNORE È AL LORO FIANCO.
Per questo noi cristiani SPERIAMO. Per questo (stasera) siamo qui, perché SPERIAMO e chiediamo di SPERARE. Per loro e per noi.
NOI – E LORO – VALIAMO PIU’ DEI PASSERI agli occhi di DIO e questa è la nostra SPERANZA.