Omelia dell’11 dicembre 2022
|3^ domenica del Tempo di Avvento/A – UN’ATTESA DIVERSA – Siamo vicini ormai al Natale (il colore rosaceo lo ricorda), e la Scrittura ancora non ci racconta gli eventi prima della nascita, ma insiste sul BATTISTA. È interessante questo approccio, perché ci aiuta ad entrare nel mistero di GESU’ in un modo più simile a quello dei Discepoli, rispetto a quello frutto della Tradizione successiva.
Quale è la differenza? La Tradizione successiva, ben rappresentata da SAN LUCA, ha messo in ordine i ricordi, ha cercato i testimoni oculari e scritto un racconto biografico che parte dalla nascita e arriva alla morte di GESU’, passando per i 3 anni del suo ministero.
Lo stile che la Liturgia festiva invece ci propone nelle domeniche di Avvento assomiglia di più al percorso fatto dai DISCEPOLI i quali hanno conosciuto il BATTISTA prima, poi GESU’ quando ha iniziato il suo ministero pubblico e solo dopo si sono fatti domande, si sono chiesti da dove venisse GESU’ e come fosse arrivato fin lì. E sono domande cariche di dubbi, di perplessità. Sono le domande del BATTISTA, sono le nostre domande! Il BATTISTA le riassume tutte i quella domanda che diventa universale: SEI TU COLUI CHE DEVE VENIRE O DOBBIAMO ASPETTARE UN ALTRO?
E quali sono le nostre attese? Cosa aspettiamo noi dalla vita?
Abbiamo certo attese di tanti tipi: una persona lontana, l’esito di un esame scolastico oppure di un esame medico, l’attesa di un figlio o di un nipote, ma anche l’attesa di una persona giusta da amare, o di un futuro giusto, bello, felice per noi o per l’umanità.
Il POPOLO EBREO, qui rappresentato dal BATTISTA, aveva chiara una grande attesa, quella del MESSIA! Un inviato da Dio che avrebbe liberato Israele. Come MOSE’ aveva liberato dall’Egitto, come DAVIDE aveva liberato dai tanti nemici, solo per citare i due più famosi. Il BATTISTA in particolare aveva purificato e distillato l’attesa in un giusto Messia, giudice e purificatore, espressione di un Dio che avrebbe certamente distrutto il peccato, le immoralità, le false religiosità e instaurato sulla terra un Regno di giustizia e di pace.
SEI TU COLUI CHE DEVE VENIRE O DOBIAMO ASPETTARE UN ALTRO? È una domanda che però contiene un dubbio, una perplessità. GESU’ che orami aveva iniziato il suo ministero non sembra soddisfare il BATTISTA. Non sembra rispondere a pieno ai desideri e alle aspettative di GIOVANNI. Soprattutto la sua tolleranza, la sua mitezza, la tenerezza non sembrano corrispondere alle attese del BATTISTA e di gran parte del Popolo.
GESU’ ne è consapevole, ma non sembra preoccuparsene più di tanto. Cita la SCRITTURA, in particolare ISAIA, mostra i segni del MESSIA aiutando ad entrare in una logica diversa: CIECHI, ZOPPI, LEBBROSI, SORDI, MORTI, POVERI, sono questi i soggetti preferiti ai quali E’ ANNUNCIATO IL VANGELO.
Non è tanto diverso da quello che faceva il BATTISTA, che poi viene elogiato dallo stesso GESU’, ma è anche differente.
Non c’è una preoccupazione di purificazione immediata e radicale, complessiva e anche un po’ violenta. Tutt’altro.
C’è una ATTESA, ma è diverso lo stile che propone GESU’ e a cui risponde GESU’ stesso. Le sue parole, ma soprattutto i suoi gesti, il suo percorso la mostrano fino a quel vertice “al contrario” che sarà la morte in croce, non l’ascesa al trono di Israele o addirittura dell’Impero Romano, ma una discesa verso gli ultimi! Il MESSIA di Dio non è il Messia degli uomini, nemmeno del BATTISTA.
La sua venuta non sarà tale da risolvere i problemi materiali, da agire magicamente. Non è la strada che ha scelto Dio, il Dio di Gesù, perché non è la strada che porta al bene vero.
Il SIGNORE certo VERRÀ, come ci ricorda San Giacomo nella lettera che abbiamo letto. Ma serve la PAZIENZA dell’agricoltore.
Il SIGNORE è VICINO, ma chiede COSTANZA, solo così saranno RINFRANCATI I CUORI.
Il SIGNORE è alle PORTE, ma occorre NON LAMENTARCI, GLI UNI GLI ALTRI, per non essere giudicati.
Ma non sarà come lo vogliamo noi (per fortuna), sarà come ce lo mostrerà GESU’. Noi intanto come il BATTISTA, prepariamoci:
– preferiamo il DESERTO ai luoghi troppo comodi;
– cerchiamo di essere fermi e non come CANNE SBATTUTE
– desideriamo la sobrietà nei vestiti e nelle case e non ricchezza;
– impegniamoci a PREPARARE LA VIA e non siamo pigri.
Il BATTISTA è grande, ma GESU’ è più grande, perché si è fatto piccolo. Il BATTISTA chiede conversione, GESU’ la offre e la fa!