Omelia del 28 novembre

I^ domenica di AVVENTO/C – LA TERZA VIA – L’Avvento che oggi inizia ci preparerà al NATALE, festa di speranza, di gioia, di serenità. Tutti lo aspettiamo, forse quest’anno anche di più. Questo è bello. Segnala un desiderio profondo. Sappiamo che non è privo di rischi (la retorica sul Natale è forte): quando si dice che “bisogna salvare il Natale” si intende quello commerciale e si dimentica ancora di più che è “il Natale che salva noi!”.
Il NATALE è certamente un simbolo e un segno potenti anche per i non credenti, ben sapendo che non risolverà i problemi, è però un indicatore di quella speranza, di quella gioia, di quella serenità che tutti desideriamo e cerchiamo.
Ovviamente per noi cristiani è molto di più! O meglio, noi cristiani sappiamo (o dovremmo) cos’è, meglio ancora DI CHI È e CHI È il NATALE!
È per questo che la PAROLA DI DIO che ogni anno ci mette in guardia sulla necessità della VIGILANZA. Quest’anno tocca al Vangelo di Luca ed è forse il brano più drammatico e duro. Pensando ai desideri e alla retorica del NATALE, non è un inizio “politicamente corretto”, anzi, è come uno schiaffo, come un brusco risveglio, anzi duro risveglio: SEGNI NEL SOLE, NELLA LUNA, NELLE STELLE, E SULLA TERRA ANGOSCIA DI POPOLI… GLI UOMINI MORIRANNO PER LA PAURA E PER L’ATTESA DI CIO’ CHE DOVRA’ ACCADERE SULLA TERRA…
In realtà non è così!!
Se leggiamo queste pagine come rivolte al futuro ci fanno paura. Se invece le leggiamo, come deve essere (!), rivolte al passato o al massimo al presente, possono essere invito alla SPERANZA (!).
Il presente, lo sappiamo, ci mostra SEGNI preoccupanti (pandemia, guerre, molte dimenticate, violenza sulle donne, solo per dire alcune problematiche), ma se facessimo uno sforzo per ricordare (chi ha una certa età) o di leggere qualche serio libro di storia non è difficile riconoscere che questi SEGNI preoccupanti non sono una eccezione, ma sono la regola!
COSA DOBBIAMO FARE? È la domanda che spesso emerge anche nel Vangelo. Umanamente abbiamo, mi pare, 2 vie:
– Farla finita in fretta: è molti lo fanno. Sono in aumento i suicidi, c’è questa ansi da eutanasia che corre…
– Godersi la vita adesso più possibile, succeda quel che succeda, non pensando ai problemi, oggi c’è un’arma in più nei social…
Ma c’è una TERZA VIA. Ed è per questo che noi siamo qui oggi.
È la via della FEDE. È la via di CRISTO. È la via del vero NATALE!
Credere, affidarsi, abbandonarsi ad un DIO che c’è e si è fatto presente e si fa presente e si farà sempre presente!
Tutto questo c’è. Noi lo crediamo profondamente. C’è senza bisogno di chiederlo, di meritarlo, di mendicarlo. Il CUORE DI DIO è così!
È speranza, gioia, serenità, sempre e per tutti.
A noi è chiesto solo una cosa, che oggi possiamo tradurre con la parola: VIGILARE! Significa stare attenti, non dormire, non impigrirsi, ma cercare, camminare, camminare insieme (ecco il sinodo, ecco la Chiesa). Dove c’è vigilanza la speranza verrà!
Le due letture ne parlano in questi termini:
È il GERMOGLIO di cui parla il profeta Geremia, che buca l’asfalto, che tenacemente esce dalla nebbia, dal deserto, dal mare agitato dell’umanità sempre inquieta e sterile. Qui dice sempre il profeta, troveremo quello che lui chiama: le PROMESSE DI BENE, la GIUSTIZIA, la VITA TRANQUILLA.
Mentre San Paolo che scrive ai Tessalonicesi dice: la CRESCITA, la SOVRABBONDANZA NELL’AMORE FRA VOI E VERSO TUTTI, la SALDEZZA DEL CUORE, una SANTITA’ IRREPREN- SIBILE, un PROGREDIRE sempre di PIU’.
AVVENTO dunque come tempo di VIGILANZA in questo nostro tempo difficile, in ogni tempo, perché ogni tempo è difficile a modo suo. E questa VIGILANZA che ci viene chiesta ognuno la tradurrà a suo modo, a sua misura: dono, desiderio, impegno, sacrificio, fedeltà, attesa… Ognuno trovi nelle proposte della parrocchia, ma anche in ogni altra modalità, personale o comunitaria, il proprio cammino di vigilanza, la propria TERZA VIA, per farsi trovare pronto per la triplice VENUTA DEL SIGNORE, quella storica che ricordiamo 2000 anni fa, quella del nostro oggi, che ogni anno e ogni giorno si rinnova e quella del nostro domani, quando sarà definitiva e chiuderemo il nostro cammino e lì sarà Natale senza fine.