Omelia 5 novembre 2017

31^ TO/A                                                                             05/11/2017

TUTTI SERVI UMILI

E’ una delle tante pagine del Vangelo che ti inchioda con le spalle al muro, perché la prima domanda che ti viene, che a me viene, è la seguente: “E io?”Propongo insegnamenti che non vivo? Lego pensanti fardelli sugli altri mentre io nemmeno con un dito li muovo? Faccio le cose per essere ammirato dagli altri? Sono seduto sempre nei posti riservati? Sono riverito e salutato con deferenza?

E la risposta che mi viene è sempre si. Magari con gradi diversi, ma non mi sento tanto lontano da queste provocazioni-accuse di Gesù.

Anche la prima lettura, il profeta Malachia punta decisamente il dito contro la categoria sacerdotale ed elenca le minacce di Dio.

Ci sarebbe e c’è da tremare i polsi…

 

Fortunatamente c’è anche la seconda lettura, con San Paolo ai Tessalonicesi, di solito è lui ad essere molto duro, che ci viene un poco incontro perché ci parla di se stesso come di un padre nella fede, che si manifesta con tratti AMOREVOLI, anzi come una MADRE CHE HA CURA DEI PROPRI FIGLI, desideroso di TRASMETTERE NON SOLO IL VANGELO MA LA STESSA VITA, perché, dice, CI SIETE DIVENTATI CARI. Lui dichiara di LAVORARE NOTTE E GIORNO… e di RENDERE GRAZIE CONTINUAMENTE A DIO perché LA PAROLA PREDICATA E’ STATA ACCOLTA COME PAROLA DI DIO.

 

A questo punto dobbiamo fare due precisazioni che non vogliono essere delle scuse e vanno capite bene:

La prima. E’ vero che la “durezza” dei maestri, come quella dei genitori, spesso non è fine a se stessa, ma è tesa al bene. Si cerca il bene del figlio e quando si vede che il figlio imbocca una strada sbagliata si cerca in tutti i modi, a volte magari sbagliati, di farlo cambiare direzioen.

La seconda. Queste sottolineature valgono come sempre per tutti, perché tutti in realtà in un modo o nell’altro ci troviamo ad essere guide di qualcun altro, prima o poi.

 

Gesù dunque ci provoca e ci invita, TUTTI, a non essere troppo precipitosi, come invece spesso rischiamo di essere, nel sentirci PADRI che devono richiamare per forza i figli: io come prete verso i fedeli, chi è responsabile di qualche attività verso gli altri, la madre o il padre verso i tuoi figli, l’amministratore della cosa pubblica verso i suoi cittadini.

Attenzione però, la stessa cosa vale anche al contrario: anche i fedeli verso i preti, anche coloro che usufruiscono di tante attività verso i responsabili, anche i figli verso i genitori, i cittadini verso gli amministratori della cosa pubblica.

 

E dunque? Dunque, come sempre, sentiamoci tutti, con tanta UMILTA’, quella che Gesù stesso chiede alla fine di questa pagina, sentiamoci tutti dalla parte di chi sbaglia, di chi invade il campo, di chi presume di sapere, di chi si mette sopra gli altri e spadroneggia. Sentiamoci tutti così non per autogiustificarci, ma per lasciarci illuminare e rinnovare da Gesù!

 

NON FATEVI CHIAMARE RABBI PERCHE’ UNO SOLO E’ IL VOSTRO MAESTRO E VOI SIETE TUTTI FRATELLI.

Due insegnamenti belli e grandi.

  • C’è un solo MAESTRO, un maestro, c’è, ed è uno perché è più che sufficiente.
  • Siamo TUTTI FRATELLI, siamo tutti sullo stesso piano, nessun privilegio (un dono e un compito!!)

 

Ma Gesù non si ferma al MESTRO e aggiunge altre 2 sottolineature belle e importanti:

  • Dio non è solo un MAESTRO, ma è anche un PADRE con tutto quello che ne deriva. Un maestro dona insegnamenti, un Padre dona vita. Un maestro consegna un sapere, un Padre dona amore.
  • E in fine una terza figura: la GUIDA, anch’essa è una sola ed è CRISTO. Essa ti dona un percorso, un cammino, una speranza. E inoltre cammina con te, anzi davanti a te, prendendosi lei i rischi e le maggiori fatiche.

A noi un solo compito: sforziamoci di essere SERVI e di essere UMILI. Esattamente quello che Gesù ha fatto per noi. E quello che fanno a noi di bene, dobbiamo anche noi farlo agli altri per avere lo stesso bene. Anche oggi dunque una buona notizia per noi e per gli altri.