Omelia 26 novembre 2017

 

CRISTO RE DELL’UNIVERSO – 26/11/2017

IN CAMMINO PER IL PARADISO

 

In questa domenica possiamo ricavare alcune IMMAGINI chi ci insegnano, che ci stimolano, che ci provocano soprattutto alla fine del cammino della liturgia.

La prima immagine infatti è il CAMMINO. La ricavo dalla constatazione che oggi è l’ultimo giorno dell’anno…, non si tratta di una svista, è infatti l’ultimo giorno dell’ANNO LITURGICO. Da domenica prossima, con l’inizio dell’AVVENTO, entriamo nel nuovo. Ogni anno liturgico, come l’anno civile, è una convenzione, uno strumento, un aiuto, un cammino, appunto, ma con chi? E’ un cammino, come per i due di Emmaus, fatto con Gesù e per Gesù. Un Gesù che ci spiega la sua storia, che ci racconta i fatti che hanno portato il Signore a fare strada con l’umanità a partire da ABRAMO, fino a farsi uno di noi, come noi, in Gesù suo Figlio e camminare davvero con e accanto a noi. E’ come un PAPA’ che cammina con i figli, un FRATELLO che cammina con i fratellini più piccoli. Una FAMIGLIA, la Chiesa, che cammina insieme. E un cammino fatto per che cosa? Per arrivare a casa, nella casa del Padre, nella casa della felicità, della gioia, della pace per sempre. Ogni anno ci rimettiamo in cammino.

La seconda immagine è il PASTORE BUONO, ce la consegna la prima lettura, è EZECHIELE che parla, che ci viene a CERCARE, che CI PASSA IN RASSEGNA (3 volte), perché CI CONOSCE, STA IN MEZZO, ci tiene a noi, fa in modo di cercare tutti, anche se DISPERSI, si preoccupa del nostro bene cercando PASCOLO e RISOTRO. O lo fa con tutti: anche chi si era PERDUTO, SMARRITO, FERITO, MALATO, oltre che occuparsi di chi sta bene, LA GRASSA e LA FORTE. Un anno liturgico è questo: DIO BUON PASTORE che si prende cura di noi. E ogni anno lo ripete. Ogni anno ce lo ricorda e ce lo fa sperimentare.

La terza immagine: il RE. Ci viene dal titolo della festa di oggi dice la stessa cosa con un’altra immagine: Il RE, ovviamente BUONO, che si prende cura dei suoi sudditi, fa di tutto perché stiano bene, possano vivere in prosperità. Certo potremo pensare ai re delle favole, sono loro i re buoni, dove “alla fine vissero tutti felici e contenti”. Ma anche SAN PAOLO ci da degli indizi importanti. Dice infatti nella seconda lettura, che TUTTI RICEVERANNO VITA a partire da CRISTO RISORTO DAI MORTI, PRIMIZIA. Primizia vuol dire “primo posto”, e al primo posto di un popolo c’è il RE, appunto. Grazie dunque a GESU’ nostro re, riceveremo la vita, una vita diversa, una vita nuova, una vita senza FINE. Si perché la nostra vita, questa vita, quella che abbiamo ricevuto da ADAMO, dice San Paolo, è destinata alla MORTE. Lo sappiamo, ci pensiamo poco, ma in realtà ci riguarda molto, così tanto che nei giornali e nei film ci attira tanto, spesso è la prima notizia, è il primo argomento.

Ma dal VANGELO ci arriva un’altra immagine forte: quella del GIUDICE. Ovviamente siamo portati a pensare ai nostri giudici, ai nostri tribunali, che per quanto bravi, sono sempre fatti da uomini limitati che a volte anche sbagliano. Ma Dio sappiamo bene che è un giudice diverso. Davanti a Lui un giorno saremo tutti e li non potremo portare nessun avvocato, li i nostri soldi non conteranno nulla, essere ricchi o poveri non gli interesserà. Solo una cosa ci chiederà: ABBIAMO AMATO IL NOSTRO PROSSIMO? Le opere di misericordia, ecco le uniche cose che porteremo con noi: AVEVO FAME, SETE, ERO STRANIERO, NUDO, MALATO E CARCERATO e avete fatto qualcosa!

Chiediamoci allora: stiamo facendo qualcosa? Certo che per fare qualcosa devo vedere nell’altra persona un fratello, solo così mi avvicino, mi faccio prossimo. Ma per vederlo fratello devo sentirlo figlio delle stesso Padre. Certo a volte certi fratelli è difficile volergli bene, specie se non lo conosci, se è diverso, se è sporco, se è arrogante o peggio violento. Però non dimentichiamo intanto che queste cose (dare da mangiare, dare da bere, ospitare, vestire, curare, visitare) sono quello che ogni mamma e papà fanno per i propri figli piccoli; oppure quelle che i figli grandi fanno per i genitori anziani. Non sono cose strane o distanti. Cos’è allora l’anno liturgico se non un grande allenamento ad essere buoni intanto con i vicini e poi, meglio che possiamo, con i lontani. E se non ci riusciamo con le mani, almeno con il cuore e con il desiderio.

2 AIUTI: il progetto Sentinelle della Fragilità, la Caritas ha dato a tutti la possibilità di fare un passo piccolo, consideratelo come i “punti della spesa”. L’aiuto al Seminario, nella giornata a lui dedicata. Piccoli “punti” per guadagnare il Paradiso. Non perdiamoli.