Omelia dell’8 settembre 2020

NATIVITA’ DI MARIA – 8 SETTEMBRE 2020 – ANDARE, GUARIRE, FRATERNIZZARE – La nostra festa dell’8 settembre si pone come uno spartiacque tra due momenti particolari della vita della comunità, così come in questi ultimi decenni si sono delineati: il TEMPO ESTIVO e il TEMPO AUTUNNALE.

Si usa dire che ripartono le ATTIVITA’ PASTORALI, anche se sappiamo bene che in realtà le “attività pastorali” non si interrompono mai, perché hanno a che fare con la vita, la fede centra e vuole centrare con la vita, per cui non si ferma mai. Semplicemente, continuamente, si trasformano, cambiano di modalità e/o intensità.

Sia nell’uno che nell’altro caso l’8 settembre resta uno spartiacque.

 

Quest’anno, ormai lo stiamo ripetendo in tutti i settori e gli ambiti di vita, questo passaggio risulta pesantemente segnato dalla pandemia che ha stravolto la vita di tutti, anche delle comunità cristiane.

Non ne siamo ancora fuori e quando lo saremo certamente qualcosa resterà. Il Papa, con la sua saggezza, senza mezze misure, ci ricorda che “saremo migliori o peggiori”, dipende da noi.

Inutile dire che il SIGNORE ci vuole migliori e noi stessi, come credenti vorremo e cercheremo di essere migliori.

 

Già a PASQUA, con la scritta posta sul CERO PASQUALE, sottolineavo una duplice dimensione che ci può ispirare sempre e anche in questo tempo in particolare: “ANDATE E GUARITE”.

Era l’invito del Risorto ai discepoli.

Il verbo “ANDARE” ci ricorda l’impegno MISSIONARIO. È una delle priorità di Papa Francesco per la Chiesa italiana, sulla quale onestamente siamo abbastanza fermi. Cosa vuol dire? Come fare? Come essere? Certo in un contesto di secolarizzazione, di eclissi di Dio, di relativismo, di individualismo, tutto è più complicato. Ma non per questo non dovremo provarci.

L’altro verbo, il GUARIRE, che il Risorto chiede ai discepoli è diventato drammaticamente di attualità e lo è ancora nella Pasqua 2020. Certo riferito al Covid-19, ma è evidente che c’è una guarigione più profonda che ci viene chiesta. È la guarigione di quel tessuto umano che possiamo sintetizzare in una parola, FRATERNITA’!

Anche questa è una parola che si sta imponendo in questo tempo. L’avevamo scelta accanto a quella di COMUNITA’ per questo nostro 8 settembre, prima di scoprire che il Papa stava scrivendo e a breve pubblicano una enciclica ad essa dedicata. Una enciclica nata durante il tempo del lockdown. Nata in un tempo dove eravamo tutti separati e chiusi nelle nostre case. Dove nemmeno la Messa potevamo celebrare insieme. Dove davvero l’essere fratelli aveva subito un improvviso e inatteso stop.

Di quelli però che possono essere salutari. Perché, come tutti sappiamo è quando ci mancano che scopriamo le cose importanti.

Abbiamo bisogno di risentirci FRATELLI, forse questo ci aiuterà a GUARIRCI gli uni gli altri e ad essere più MISSIONARI.

 

Qui allora possiamo capire e scoprire come sia profondamente vera l’affermazione di Paolo ai Romani che la liturgia della festa ci propone: TUTTO CONCORRE AL BENE PER QUELLI CHE AMANO DIO.

Così pure quella strana lettura nel Vangelo di Matteo che racconta la GENEALOGIA di GESU’ ricordandoci in modo particolare, quel comune legame di FRATERNITA’ che genera l’umano, che passa di generazione in generazione, dove sono presente sorprese, altezze e bassezze umane, il maschile e il femminile, non solo implicito (tutti nasciamo da una donna), ma anche esplicito (TAMAR, RACAB, RUT, BETSABEA protagoniste e menzionate: è sorprendente…).

 

ANDARE, GUARIRE, FRATERNIZZARE, potremo sintetizzare così il cammino che ci attende. Il CPP ha anche individuato 3 attenzioni su cui concentrarci. Puntare sull’essenziale (e questi verbi lo indicano), sulla famiglia come chiesa domestica, riscoperta durante il lockdown e la Messa domenicale come momento fondamentale della vita cristiana. Mettiamoci dunque in cammino…

 

Questo 8 settembre non ci lasci indifferenti e non passi inutilmente. Il Signore ci aiuti (e lo fa…). Ne abbiamo, tutto, sempre bisogno.