Omelia del giorno di Natale

NATALE 2020 (Messa del Giorno) – IL CIELO SULLA TERRA – Se ieri sera abbiamo potuto contemplare il mistero di un DIO CHE GUARDA SULLA TERRA, oggi possiamo dire che a NATALE viene dato il privilegio agli UOMINI E LE DONNE DI GUARDARE IN CIELO.
La pagina di Vangelo che contempliamo il giorno di NATALE, il Prologo di Giovanni è un “pezzo” di cielo che possiamo contemplare…: IN PRINCIPIO ERA IL VERBO E IL VERBO ERA PRESSO DIO E IL VERBO ERA DIO…
È al di là di ogni nostra immaginazione, eppure ci è messo a disposizione: E IL VERBO SI FECE CARNE E VENNE AD ABITARE IN MEZO A NOI…
Quel presepio che ci piace tanto rappresentare è come la porta socchiusa sul mistero che non possiamo rappresentare.
E da li arriva come una LUCE che illumina il cammino spesso tanto buio della nostra esistenza.
Una LUCE e una TESTIMONIANZA che vengono da lontano, da ci sono state donate tante volte. Ce lo dice la lettera agli Ebrei: DIO, CHE MOLTE VOLTE E IN DIVERSI MODI NEI TEMPI ANTICHI AVEVA PARLATO AI PADRI PER MEZZO DEI PROFETI, ULTIMAMENTE, IN QUESTI GIORNI, HA PARLATO A NOI PER MZZO DEL FIGLIO…
Una LUCE, una PAROLA, un NOME, un VOLTO, una STORIA.
Il CIELO, appunto, SULLA TERRA. Per noi, per tutti.
Il NATALE è così, è questo.
E allora, come il Profeta Isaia possiamo anche noi dire: COME SONO BELLI SUI MONTI I PIEDI DEL MESSAGGERO CHE ANNUNCIA LA PACE… LE BUONE NOTIZIE… LA SALVEZZA…
E tornando al Vangelo di Giovanni possiamo anche dire: DIO NESSUNO LO HA MAI VISTO, IL FIGLIO UNIGENITO CHE E’ DIO ED E’ NEL SENO DEL PADRE, E’ LUI CHE LO HA RIVELATO.

A noi cristiani è dato questo grande privilegio. Sappiamo e abbiamo visto. È un DONO per noi, la nostra vita, ma anche un COMPITO, per gli altri, per l’umanità che “come a tentoni avanza ancora nel buio”.
O si, tanti sono i modi per dire DIO, per dare un senso al mondo e alla vita, ogni religione lo è. Ma noi crediamo che quello di GESU’ è capace di illuminarli tutti. Quelli sono indizi, Lui è il compimento. Sono piccole luci, Lui è il sole. Sono piccoli passi, Lui è il traguardo.
E noi vivendo e gioendo di questo DONO non ci tiriamo indietro dal cercare, per quello che ci è possibile, di mostrarlo, di testimoniarlo, di viverlo. O forse dovremo dire il contrario: viverlo, testimoniarlo e mostrarlo.
In famiglia verso i nostri figli. In parrocchia verso i fratelli. In società verso i nostri vicini di casa, per strada verso coloro che incontriamo, al lavoro verso i nostri colleghi, a scuola con i nostri compagni, nel tempo libero con i nostri amici… E così via…

Il NATALE è certo una festa intima, quest’anno ancora di più, ma per noi cristiani ogni festa è sempre l’occasione di una testimonianza. Un compito che mai finisce o si esaurisce, per dire: DIO-È-CON-NOI.
Anzi, il NATALE è forse il momento più propizio, perché il NASCERE resta il momento più universalmente riconosciuto come bello e promettente da ogni persona.
Tanto che “rinascere” è il modo che usiamo per dire la nostra speranza, anche oggi in questa pandemia.
Per noi cristiani tutto questo non è solo speranza, ma la certezza che si basa su quel bambino nato 2000 anni fa. Nato piccolo, povero, fragile come ognuno di noi, per dire ad ognuno di noi: C’è vita anche per te!
Un bambino che porta il CIELO sulla TERRA.
Un bambino che ci mostra il CIELO in una STALLA.
Un bambino che ci dice: FIDATI.
Si, oggi lo contempliamo. Qui in chiesa, a casa, tra di noi, senza tante distrazioni, uno dei pochi regali della pandemia. Lo contempliamo per riempire i nostri occhi e il nostro cuore di Lui, del Cielo che Lui porta con se e poi… continuare il cammino, continuare la testimonianza, continuare il racconto.
Come il BATTISTA, che DA TESTIMONIANZA E PROCLMA: ERA DI LUI CHE IO DISSI: COLUI CHE VIENE DOPO DI ME E’ AVANTI A ME… ERA PRIMA DI ME.
Diciamolo anche noi: questo bambino era prima di noi, avanti a noi. Egli è la luce per noi e per tutti. Le tenebre non vincono. Vince Lui, vince la luce, vince il Natale… E con Lui vinciamo noi.