Omelia del 7 marzo 2021

II^ Domenica del Tempo di Quaresima/Anno B – VERO E FALSO TEMPIO – Dal TABOR al TEMPIO, dalla Trasfigurazione alla cacciata dei mercanti sembra una “brusca caduta” (e lo è), una “tragica immersione” nella realtà di Gesù, in quell’umano troppo umano, come ebbe a dire qualcuno, quell’umanità fragile e opportunista che “piega” il divino al proprio interesse.
Per questo c’è da fare sempre un esame di coscienza. Tutti, soprattutto noi, i credenti, quelli che ci provano a credere. Noi che il tempio lo frequentiamo, noi che in chiesa ci veniamo: da che parte stiamo?
Quanto mercanti siamo? Venditori di fumo, fosse anche di candele? Oppure ingenui compratori, non meno colpevoli, di quel fumo? E poi gli incensi, le offerte…, ma anche le chiacchiere, i giudizi, le maldicenze, gli egoismi… tutto magari spacciato con belle parole, con carità opportunistiche.
In quei BANCHI ROVESCIATI, c’è certamente un po’ di noi. Qualcosa da rovesciare nei nostri cuori e nei nostri atteggiamenti sicuramente GESU’ lo potrà trovare.
C’è un TEMPIO FALSO che ha bisogno sempre di essere purificato. Quel tempio non è tanto quello di pietre – anche se occorre sempre vigilare anche su quello per non deformarlo ai nostri interessi – quanto piuttosto quel tempio che ognuno di noi è e dovrebbe essere di Dio qui sulla terra. Un tempio dove la religiosità falsa ha sempre da essere scovata e ripulita, distrutta, spogliata. Solo così potremo tornare ad allungare la mano a Dio sinceramente e dire: SALVAMI! Ecco la Quaresima, ecco i digiuni, ecco le preghiere e le elemosine: spoliazioni, tempio ripulito, per tornare ad allungare la mano fiduciosi per fare un atto di fede, l’unico capace di aprire le porte al SALVATORE, alla sua SALVEZZA.
C’è dunque, e siamo sicuri che c’è, un TEMPIO VERO, dove possiamo essere certi di fare l’esperienza vera di Dio, del suo AMORE e della sua SALVEZZA: quel TEMPIO è GESU’ RISORTO in tre giorni. Quello che San Paolo ai Corinzi, appena ascoltato, descrive NON come SAPIENZA, cercata dai GRECI, o come SEGNI cercati dai GIUDEI, ma quel CRISTO CROCIFISSO da lui ANNUNCIATO, STOLTEZZA per gli uni e SCANDALO per gli altri. E per noi GESU’ chi è? È davvero POTENZA DI DIO, SAPIENZA DI DIO come dice sempre San Paolo?
In chi confidiamo? Dove riponiamo le nostre speranze? Chi è il nostro salvatore?
Quel “sano” reagire di GESU’, oltre che confermarlo nel suo essere come noi, “umano molto umano” e quindi credibile, comprensibile nel suo essere molto vicino al nostro essere, conferma però, contemporaneamente, che in Lui, c’è di più, c’è qualcosa in più, c’è Qualcuno in più, c’è DIO, che viene a sanarci, guarirci, purificarci.
Viene a rimetterci in carreggiata, viene a restaurarci, rinnovarci, salvarci, noi che ci eravamo lasciati trasformare in qualcos’altro.
Le 10 PAROLE, i 10 COMANDAMENTI di cui alla prima lettura, l’Esodo, erano un indizio, una traccia, una possibilità.
Il corretto rapporto con Dio, la PRIMA TAVOLA, i primi 3 comandamenti: 1) Non avrai altro Dio; 2) Non nominare il nome di Dio invano; 3) Ricordati di santificare le feste. Esprimono l’AMORE A DIO, o meglio, nella loro forma prevalentemente negativa, ci dicono dove non c’è tale amore, dov’è il “falso tempio”, ma lasciano a noi esprime e “inventare” l’amore a Dio, il “vero tempio”.
Poi il corretto rapporto con i fratelli, la SECONDA TAVOLA, con gli altri 7 comandamenti che nella formulazione catechistica (non sempre esattamente sovrapponibile a quella biblica) suonano così: 4) Onora il padre e la madre; 5) Non uccidere; 6) Non commettere atti impuri; 7) Non rubare; 8) Non dire falsa testimonianza; 9) Non desiderare la donna d’altri; 10) Non desiderare la roba d’altri. Esprimono l’AMORE AL PROSSIMO, diretta conseguenza di un vero amore a Dio, anche qui con la prevalente formulazione negativa (6/7) a dire cosa “non è amore al prossimo”, il “falso tempio”, ma tutto da scrivere l’“amore al prossimo”, da costruire il “vero tempio”.

Quello che GESU’ è venuto a portare, a realizzare, a dire, era dunque già scritto nell’Antico Testamento e in ultima analisi nel nostro cuore, Già scritto, ma tutto da realizzare. Dato come dono, ma nella libertà tutto da accettare, giorno dopo giorno. Dio ha accettato la sfida della libertà. A noi il compito di fargli trovare la sua casa, – il nostro cuore – il suo TEMPIO, non abitato da altri, ma da Lui! Ne vale la pena!