Omelia del 6 marzo 2022

1^ domenica di Quaresima-C – LA GUERRA NEL DESERTO DELL’ANIMA – Siamo entrati nella Quaresima. È un appuntamento costante e ci stavamo preparando, in un contesto sociale di pandemia che allentava la sua morsa e in quello ecclesiale di cammino sinodale che ci ha fatto anche solo assaggiare quanto sia bello condividere la fede con semplicità. Poi è arrivato il flagello della guerra. Pensavamo di esserne immuni, almeno noi europei (da un lato peccando di superbia, pensando che eravamo migliori degli altri, dall’altro di ipocrisia perché il nostro sistema di vita si regge ancora molto sulla povertà – e quindi guerre più o meno dichiarate – di molti popoli, Africa in testa), invece ce la siamo ritrovata sulle porte di casa.
Potrebbe nascere nel nostro cuore, forse è nata, la domanda: dove sei Dio? Qualcuno se la fece nei campi di stermino nazisti. Ma noi sappiamo che la domanda più vera è un’altra: Dov’è l’umano? Dove siamo noi? Dove sono io? Dove eravamo e dove siamo…
Allora capiamo che c’è una Quaresima liturgica che ogni anno torna, ma c’è anche una Quaresima esistenziale che ha ritmi diversi e a volte ci piomba addosso. Quaresima come tempo di penitenza, certo, di sofferenza, anche, ma soprattutto come tempo di opportunità, tempo di scelte! Tempo di Salvezza! È l’eterno scorrere delle vicende umane che alterna crisi e ripartenze che nessuna generazione può evitare. Guerra e pace ci appartengono entrambe e ognuno deve scegliere, sempre, da che parte stare, sapendo anche che le risposte non sono mai solo bianche o solo nere, ma ci sono momenti in cui un po’ lo sono!
C’è sempre un EGITTO (prima lettura, Deuteronomio) da cui dobbiamo essere liberati, fatto di MALTRATTAMENTI, UMILIAZIONI, SCHIAVITU’. Nessuno ne è esente, a turno tocca a tutti, singoli e popoli. Tutti abbiamo bisogno di LIBERAZIONE. È la condizione inevitabile dell’uomo: 1) Il Signore però non è lontano e vuole liberarci. 2) Il Signore non è lontano e ci ha liberato. 3) Il Signore non è lontano e verrà a liberarci.
A noi il compito, come MOSE’ ricorda agli ISRAELITI, di ricordare. Se ricordo le liberazioni ricevute, potrò sperare di essere liberato ancora e lo sarò, come è certo che Dio ha liberto Israele dall’Egitto!
Guardando dal punto di vista di San Paolo ai Romani, possiamo dire che non ci sono differenze tra GIUDEI O GRECI, oggi potremo dire tra RUSSI e UCRAINI, quanto piuttosto tra uomini buoni e uomini cattivi, tra confida solo in se stesso e chi confida invece in GESU’ COME SIGNORE E SALVATORE. Sapendo però che un conto è la BOCCA, tutti si riempiono la bocca di parole di pace, anche di Gesù, anche in questa guerra, un conto è il CUORE dove abitano i veri desideri. Ma non basta la BOCCA, non basta il CUORE. Servono entrambe, entrambe a servizio del bene, della pace, dell’umanità, tutta, per noi questo significa dire GESU’, vero uomo!.
E il GESU’ del Vangelo è quello che come noi e con noi entra nel DESERTO della vita. È la vita difficile di ogni giorno. Di chi non arriva a fine mese, di chi è stato rovinato dalla pandemia e adesso dalla guerra, di chi è stato invaso nel suo territorio come gli ucraini e chi è stato invaso nella coscienza come i russi.
Si perché nel DESERTO della vita e dell’anima, abita il DIAVOLO, non dimentichiamolo. Perché l’uomo ripete sempre gli stessi errori? Perché non impariamo niente dalla storia? Perché oltre che essere tutti feriti dal PECCATO ORIGINALE, siamo tutti TENTATI DAL DIAVOLO, il divisore, il contestatore, il bugiardo…
Ma li, proprio li, sempre li, per sempre li, GESU’ c’è, c’era e ci sarà!
In fine una occhiata alle 3 TENTAZIONI. Sono l’eterna sfida spirituale da un lato e materiale dall’altro che attanaglia il cuore dell’uomo. Presenti come cicatrici e sulle quali il Diavolo fa pressione con abilità, spesso senza che ce ne accorgiamo, se non dopo…
IL PANE corrisponde all’IO che ci chiede di essere soddisfatto, sempre di più fino a farci scoppiare o perché ne abbiamo troppo o perché troppo poco. DIGIUNO e PAROLA sono due antidoti. Digiuno da cosa? Ognuno ci pensi e la Parola di Dio ognuno la cerchi.
IL POTERE, corrisponde al rapporto con gli ALTRI. Ogni giorno dobbiamo scegliere se considerarli fratelli o nemici. Sapendo che se li considero fratelli portano alla vita, se li considero nemici alla morte. La scelta sembra facile, ma sappiamo bene che non lo è. L’antidoto è l’amore e l’amore viene da DIO! Cerchiamo Dio, sempre.
In fine la RELIGIONE, il rapporto con DIO. Un Dio al nostro servizio, un Dio tappabuchi, un Dio che benedice le mie armi non quelle degli altri… Io che Dio voglio? Sia solo quello di GESU!
Si l’egoismo c’è, il Diavolo c’è, ma nel deserto c’è anche Dio e Lui vince sempre se noi gli diciamo SI. Facciamolo sempre.