Omelia del 6 maggio 2018

6^ Tempo di Pasqua/Anno B – UN CUORE CHE BATTE PER ME – Continuiamo a meditare il capitolo 15 di Giovanni, che domenica scorsa ci ha parlato de “la vera vite”. Siamo nell’ultima Cena, sono le ultime parole di Gesù ai discepoli prima della Croce e Risurrezione. Ci aiutano a comprendere il grande mistero pasquale che abbiamo celebrato e che Gesù in queste pagine, in quella cena, aveva spiegato e che Giovanni dopo molti decenni ricostruisce e ci racconta.
Cosa troviamo oggi? Potremo dire: ancora quella SERA, ancora quel verbo RIMANERE, ancora quel COMANDO DELL’AMORE.
E potremo chiederci: perché torniamo ancora qui? Non ne abbiamo già parlato? A cosa serve ripetere, insistere?
La risposta è semplice e impegnativa: perché qui tutto inizia, perché qui tutto finisce, perché qui tutto ritorna.
Qui finisce la vita terrena di Gesù ma inizia la sua vita da risorto.
Qui finisce il viaggio sulla terra di Gesù e ora torna al Padre.
Qui finisce il tempo di Gesù e inizia il tempo di Cristo e quindi della Chiesa. Qui finisce l’attesa del Messia e inizia la sua nuova presenza.
E infatti nella prima lettura, abbiamo la conseguenza che in queste settimane ci viene continuamente raccontata nel suo svolgersi: PIETRO è l’emblema, il simbolo di questa Chiesa che annuncia, che racconta, che non ha più paura, che parte, che non si ferma più.
Oggi abbiamo ascoltato l’incontro con CORNELIO. Ecco ancora un PIETRO profondamente consapevole dei grandi doni che Dio aveva e andava operando. ANCHE IO SONO UN UOMO ricorda Pietro, DIO NON FA PREFERENZE, aggiunge, ma ACCOGLIE TUTTI, MANDA LO SPIRITO SU TUTTI, STUPISCE TUTTI. Chiede solo due cose: TEMERE LUI E PRATICARE LA GIUSTIZIA, che tradotti possiamo dire “amare Dio” e “amare il prossimo”, esattamente quello che Gesù aveva chiesto.
Perché, e ce lo dice Giovanni nella seconda lettura, DIO E’ AMORE, L’AMORE E’ DA DIO, per questo DIO HA MANDATO NEL MONDO SUO FIGLIO, PERCHE’ AVESSIMO LA VITA.
PIETRO dunque è il primo testimone autorevole che dimostra come davvero sia accaduto qualcosa di nuovo e che questa novità continuamente accade, continua ad accadere e così, generazione dopo generazione raggiunge noi, dopo aver raggiunto prima di noi i nostri genitori, e prima i nostri nonni e così via.
E questo è il motivo della speranza che abita, o dovrebbe abitare, nei nostri cuori.
E questo è il motivo della fede che abita, o dovrebbe abitare, nelle nostre vite.
E questo è il motivo dell’amore che ci nasce dal cuore verso Dio (e siamo qui stasera) e verso i fratelli (e dovremo sentire nel cuore un desiderio per tutti), o che dovrebbe nascere.
Chiediamoci dunque con sincerità: quanta fede abita nel mio cuore? Sono una persona che nella vita spera? Che non teme, guarda oltre, perché sa che il Risorto le cammina accanto? Sono una persona che nella quotidianità di ogni giorno crede, crede che Dio ci è accanto, si prende cura di noi, anche se a volte non lo vediamo?Sono una persona che ama, ama sempre, ama tutti, o per lo meno ci prova, se sbaglia si pente, senza distinzioni, senza barriere, senza ipocrisie?
Che persona sono? Che credente sono?
RIMANETE NEL MIO AMORE ci dice e ci ripete Gesù ed è come se ci dicesse siete nelle mie mani e nel mio cuore, restateci! E’ come se ci invitasse a fare come ha fatto Giovanni che ha appoggiato, in quell’ultima Cena, il suo capo sul petto di Gesù, quasi a sentire i battiti del cuore di Gesù, cuore di Dio, battiti d’amore per me, per tutti. Un cuore che pompa amore e vita per me e per tutti.
Posso poggiare la mia testa sul cuore di Gesù. Posso farlo e rifarlo quando voglio, perché Lui si è messo accanto a me, accanto a tutti. E sentendo il suo cuore non posso non sentire quello di tanti, di tutti i fratelli. Quale battito di cuore genera GIOIA per me e per tutti, genera FRUTTI, frutti duraturi, che non si rovinano facilmente.
O si, davvero è grande il dono che quella sera abbiamo iniziato a ricevere. A noi è chiesto solo di obbedire a quell’amore, a quel COMANDAMENTO D’AMORE che Lui ci ha proposto. AMARE, DARE LA VITA, ESSERE AMICI, non c’è vita più grande. Cosa aspettiamo. Fidiamoci di Lui, anche noi come PIETRO, mettiamoci in moto. Annunciamo Lui, raccontiamo Lui, il resto non conta molto.