Omelia del 6 dicembre 2020

2^ Domenica del Tempo di Avvento/Anno B – PREPARIAMOCI: IL SIGNORE VIENE! – PREPARARE è verbo di questa domenica. NEL DESERTO PREPARATE LA VIA AL SIGNORE… dice Isaia nella prima lettura. EGLI, IL MIO MESSAGGERO, PREPARERA’ LA TUA VIA, ripete il Vangelo di Marco, riportando le parole di GIOVANNI che a sua volta citava ISAIA!

E’ una parola, un verbo che risuona anche oggi. Stiamo aspettando che qualcuno PREPARI il vaccino. Stiamo PREPARANDO le feste del Natale e dovremo farlo in maniera diversa (più brutta o più bella?) Il Governo, il Parlamento, le Istituzioni PREPARANO le leggi e le regole che ci permettono di vivere insieme contenendo la pandemia.

Ma forse la domanda più giusta potrebbe essere: IO COSA STO PREPARANDO? A COSA MI STO PREPARANDO?

Ci sono tanti motivi per prepararsi: ad una festa, a un appuntamento, a uscire di casa, a incontrare qualcuno, a vivere un momento speciale, a fare un esame o discutere una tesi, a iniziare un nuovo lavoro oppure ad accogliere una vita nuova che arriva, alla morte di una persona cara, oppure a cambiare la casa… A cosa ci stiamo preparando in questo momento?

Per i credenti (noi lo siamo? Quanto?) questo è il tempo annunciato da ISAIA e dal BATTISTA: il tempo per PREPARARE LA VENUTA DEL SIGNORE. Si perché la nostra certezza è esattamente questa: IL SIGNORE VIENE! Lo dice ISAIA: IL SIGNORE DIO VIENE. Lo dice il BATTISTA: VIENE DOPO DI ME COLUI CHE E’ PIU’ FORTE DI ME.

Non “è venuto” al passato. Non “verrà” al futuro. Ma “VIENE” al presente! Adesso. Ora. Qui. Per me, per noi, per tutti.

È il miracolo straordinario e mai concluso del NATALE (per questo non ci preoccupano o non ci spaventano le questioni tipo: a che ora la Messa della Notte di Natale? … oppure si…?). O meglio è il miracolo straordinario e mai concluso di DIO, del DIO DI GESU’, il DIO che SI-E’-FATTO-UMANO per noi, “come-noi-per-noi”!!!.

È la bella notizia di sempre. Ma che sempre ha bisogno di essere:

ri-ascoltata nelle nostre Messe,          ri-accolta nel nostro cuore,

ri-attesa nella nostra vita,                   ri-vissuta nel nostro oggi.

Riusciremo a vivere il NATALE, la nascita del nostro DIO così? Accoglierla come Lui ci chiede e ci propone?

O ci lasceremo più o meno consapevolmente scivolare dentro le visioni del mondo: quella ludica (solo evasione e divertimento), quella economica (solo regali e shopping), quella sentimentale (solo emozioni e luminarie), quella trasgressiva (solo sballo e superamento dei limiti)… non che non debbano esserci in parte (esclusa forse l’ultima), ma davvero quest’anno ancora di più siamo chiamati a vedere il NATALE e a PREPARARCI ad esso con occhi limpidi e liberi, con pensieri consapevoli e ragionati, fede autentica e formata, per cui, prendendo sul serio San Pietro nella seconda lettura, sappiamo profondamente che UNA COSA NON DOBBIAMO PERDERE DI VISTA: DAVANTI AL SIGNORE UN SOLO GIORNO E’ COME MILLE ANNI E MILLE ANNI COME UN SOLO GIORNO. Tutti i discorsi che leggiamo sui giornali, sui telegiornali e social, cadono di fronte a questa verità, a questa prospettiva: Messa a mezzanotte o alle 20 (??), cenone da soli o insieme (e il resto dell’anno??),… TUTTO FINIRA’. Noi cristiani sappiamo (come tutti) che il mondo è relativo, è passeggero, è fragile… e noi con lui; ma sappiamo anche che ciò che rimane, ciò che è solido, ciò che è eterno è solo DIO e noi se resteremo con Lui!

Per questo ci PREPARIAMO, perché è l’incontro decisivo! DIO infatti è l’eterno presente, mentre noi siamo nel tempo e nella fragilità. Ogni anno torniamo a prepararci, ogni giorno torniamo a prepararci. La pandemia ci spaventa e certo applichiamo le regole e ci affidiamo all’intelligenza della scienza, fidandoci che ci siano uomini e donne che studiano anche per noi per farci uscire da questa crisi, ma sappiamo che prima di questa crisi ce ne sono state altre e dopo questa crisi ce ne saranno altre.

L’unico modo e l’unica persona capace di farci uscire davvero dalla precarietà nella quale siamo immersi, lo crediamo profondamente e preghiamo per questa nostra fede sapendo che è fragile: è GESU’!

Colui che ha piantato un seme di eternità dentro la storia e dentro il tempo, per cui noi sappiamo credendo e crediamo sapendo di non essere soli, di non essere in balia degli eventi o dei virus, ma siamo destinati all’ETERNITA’: questo è il Natale vero che ci interessa!