Omelia del 29 maggio 2022

Ascensione/Anno C – PORTE APERTE TRA TERRA E CIELO – Con l’ASCENSIONE contempliamo il penultimo atto della PASQUA che si compirà con la PENTECOSTE domenica prossima.
Come dicevo domenica scorsa, la PENTECOSTE è la PASQUA che si “sparpaglia”, si espande. Oggi possiamo dire che questo “sparpagliamento” coinvolge, oltre che la TERRA, anche il CIELO e già questo è un bel annuncio di speranza di cui abbiamo, tutti, sempre bisogno.
La TERRA infatti sempre meno si rivela quel “paradiso” che pensavamo di riuscire a costruire. Periodicamente l’uomo si illude di poter costruire un “paradiso” sulla terra: pensiamo alla rivoluzione francese, alla rivoluzione bolscevica, nella storia dei secoli recenti, ma venendo ad anni più vicini pensiamo alla caduta del muro di Berlino, alla globalizzazione, alla possibilità di viaggiare, allo sviluppo tecnologico esponenziale, ultimo della serie nella elettronica applicata al mondo della comunicazione… Quante promesse di “paradiso” puntualmente disattese, illusorie. Le guerre in Europa e mondiali tra 18° e 19° secolo, la guerra fredda del dopoguerra, le decine di guerre più o meno conosciute fino ad oggi. Venendo agli anni vicini: il terrorismo islamico e le crisi finanziarie nel 2008 e successivi, ora la pandemia e la guerra in Ucraina…(senza guardare in casa nostra, i 30 anni della morte di Falcone e Borsellino docet)…
La TERRA pur carica di promesse e possibilità, da sola si rivela incapace di proporre duraturi e credibili “paradisi”…
Eppure abbiamo “disperato” bisogno del CIELO.
Un CIELO che non si confonda con la TERRA, ma che non ne sia totalmente sganciato. Un CIELO che profumi di paradiso, ma anche di TERRA, dalla sua parte migliore e con essa di ognuno di noi!

Ecco quello che oggi GESU’ ci dice, mostra, promette e dona.
Una TERRA e un CIELO finalmente aperti l’una all’altro. Finalmente collegati con un ponte – Lui stesso – che nessuno può far saltare in aria. Abbastanza vicini e sufficientemente lontani per farci sperare. Se troppo distanti o troppo vicini non danno speranza, ma disperazione.
Se troppo distanti perché irraggiungibili l’uno dall’altro.
Se troppo vicini perché incapaci di proporre alternative credibili.
GESU’ che SALE AL CIELO li avvicina, ma non troppo, li lega l’uno all’altro, ma senza schiacciarli, li apre senza strapparli, li tiene insieme senza che si cancellino a vicenda.
Oggi GESU’ ci dice che c’è abbastanza “Bene” sulla TERRA da meritare il CIELO e che il CIELO è abbastanza vicino da poterci andare tutti.
E la chiave è LUI, solo LUI, nient’altro che LUI.
Di questo noi siamo chiamati ad essere TESTIMONI. Ce lo dice nella prima lettura e nel Vangelo. Sono i 2 capitoli di ciò che SAN LUCA ha scritto che non a caso si intrecciano, sono legati l’uno all’altro. Dove finisce il Vangelo iniziano gli Atti degli Apostoli, appunto con l’ASCENSIONE.
Una straordinaria CUCITURA quella raccontata da SAN LUCA e realizzata da GESU’.
Anche se ai nostri OCCHI GESU’ ora è INVISIBILE, egli però è ormai definitivamente presente nei nostri cuori, BATTEZZATI IN ACQUA E SPIRITO SANTO, in modo cosi vero e profondo che non solo abita in noi una GRANDE GIOIA che diventa continuamente LODE A DIO, come è scritto alla fine del Vangelo.
Forse è per questo che si continuano a battezzare i bambini anche quando non si crede molto e non si frequenta la parrocchia per niente: perché nel cuore c’è un desiderio, una speranza che sappiamo, anche se spesso non lo ammettiamo, che da soli non siamo capaci di costruire nessun paradiso, mentre quel nostro bambino, come ogni bambino merita solo questo, solo il paradiso.
Se ci ricordassimo sempre che dietro ogni uomo e donna, per quanto brutto e cattivo possa essere stato reso dalla vita, c’è stato un bambino per il quale il genitore non desiderava altro che il paradiso, allora forse si, il mondo cambierebbe.
Intanto affidiamoci all’Unico che un cambiamento lo ha portato davvero: GESU’ RISORTO E ASCESO AL CIELO…
Oggi è la festa delle porte aperte. Aperte al cielo, aperte alla speranza, aperte alla felicità. È possibile, anche se i nostri occhi fanno così fatica a vederle, ci sono NUBI che nascondono…
Crediamo perché speriamo e speriamo perché crediamo. E abbiamo speranza, abbiamo fede, perché DIO, in GESU’ è venuto sulla TERRA a portacele e poi è tornato in CIELO aprendoci la via!