Omelia del 28 febbraio 2021

II^ Domenica del Tempo di Quaresima/Anno B – C’E’ SPERANZA – La Quaresima, lo sappiamo bene, dal punto di vista del brano evangelico ha sempre una doppia partenza: dal basso, con il brano delle tentazioni che ci portano nel deserto, a tu per tu con il male, il Tentatore; dall’alto, con il brano della trasfigurazione che ci porta sul monte, a tu per tu con il bene, con Dio.
Possiamo così immaginare questi come gli “estremi” entro i quali si “legge” e si “gioca” la nostra vita cristiana. Possiamo anche dire la terra e il cielo, il punto di partenza e il punto di arrivo!
Qui, proprio qui (agli estremi della nostra fede, che si gioca tra dannazione e santificazione, tra lotta contro il male e desiderio di bene) c’è GESU’, proprio qui GESU’ consapevolmente va e sta, quasi a dirci anche “fisicamente”: io ci sono, io sono con voi, lotto con voi, cammino con voi, vi voglio aiutare ad arrivare in cielo!
La sua presenza qui esprime la promessa/certezza di un Dio che davvero si è fatto e si fa vicino e davvero ci vuole per sempre con Lui, senza obbligare nessuno, ma cercando solo e sempre di attirarci con l’unica forza che non costringe: l’amore!
Torna ogni anno questa “doppia partenza”, per dirci e ribadirci che è vera, che Dio vuole davvero questo, che Dio, il Dio di Gesù, è così!

Quest’anno drammatico possiamo aggiungere che per certi versi, davvero lo abbiamo “provato”. Abbiamo patito, forse come non mai, la “distanza”. Abbiamo scoperto (o riscoperto), la drammatica fragilità umana, di cui forse avevamo dimenticato i contorni. Ci siamo accorti che davvero la nostra vita a volte è DESERTO, è abitata dal MALE. Così pure abbiamo e stiamo scoprendo che non se ne esce tanto facilmente, che abbiamo bisogno di aiuto e di consolazione. Aiuto per uscirne e consolazione per sopportare ciò che non sarà recuperabile (una persona cara che ci ha lasciato anzitempo, o in modo drammaticamente solo, le conseguenze economiche, sociali, educative, ecc…). Forse siamo anche tentati dallo sconforto. Ne usciremo davvero? Sopravviveremo? E ci siamo anche accorti, forse, che accanto al male del virus ci sono tanti altri mali, c’erano anche prima (la povertà dell’Africa, certi regimi autoritari nel mondo, lo strapotere delle multinazionali…), solo che erano più o meno lontani, fisicamente o mediaticamente. Oggi ci accorgiamo un po’ di più che “siamo sulla stessa barca”.
Oggi però scopriamo/riscopriamo che GESU’ TRASFIGURATO è ancora lì, c’è ancora, c’è e ci sarà sempre! È come se ogni anno tornasse al TABOR a ricordarci e a mostrarci che, si: ne usciremo, andrà tutto bene, c’è una fine… perché c’è Lui, con Lui, solo con Lui.
Quanto ha fatto per i 3 discepoli in realtà lo ha fatto per tutti. I 3 discepoli sono stati l’occasione, il segno (nemmeno hanno capito e addirittura a loro impone pure il SILENZIO). I discepoli poi capiranno, la Chiesa poi capirà: quel SEGNO, quel momento di SPERANZA era per tutti, e quindi anche per noi. È per questo che lo troviamo all’inizio di ogni Quaresima!
Noi si possiamo capire, come dice San Paolo ai Romani: SE DIO E’ PER NOI CHI SARA’ CONTRO DI NOI?
PIETRO, GIACOMO E GIOVANNI (e gli altri discepoli e tutti noi) capiranno alla fine del percorso e quando riceveranno lo SPIRITO (Spirito di Gesù Risorto!). Solo così potranno guardare con “occhi nuovi”, trasfigurati, l’evento della CROCE, il sacrificio del nuovo ISACCO davvero compiuto. Cosa vedono? Cosa capiscono? Che Dio non chiede più sacrifici, ISACCO è e sarà risparmiato per sempre, ultima tentazione umana di meritare qualcosa agli occhi di Dio: Il Dio di Gesù, in Gesù, nel figlio fatto uomo, si fa Lui sacrificio per noi! Apre il suo cuore e consegna la Sua vita a noi.
• Per questo c’è speranza oltre ogni disperazione.
• Per questo c’è Vita oltre ogni fragilità della vita.
• Il SIGNORE apre le sue mani e chiede alle nostre mani di aprirsi.
• Il SIGNORE apre il suo cuore e chiede al nostro cuore di aprirsi.
E per chi non lo sa fare o non ci riesce, Lui stesso lo fa nella CROCE. E così la vita di Dio passa, la luce di Dio passa, la bellezza di Dio passa: E’ BELLO PER NOI ESSERE QUI, dice PIETRO, e ha ragione, ma solo in parte. È troppo presto, ma presto arriverà il momento in cui sarà proprio così. È bello per noi stare con Te, stare come Te, donare la vita per riceverla. Solo questo rende bella ogni vita