Omelia del 26 luglio 2020

17^ domenica del tempo Ordinario – Anno A – IL BENE C’E’ – Eccoci alle ultime 3 parabole delle 7 che il capitolo 13 di Matteo ci presenta, parabole che ci parlano del REGNO DEI CIELI che non è una nuova organizzazione politica, non è un posto particolare, geograficamente identificato, ma è una PERSONA, è GESU’.

Usando subito le immagini delle PARABOLE, è lui il TESORO, lui la PERLA PREZIOSA, la RETE che raccoglie.

 

Due utili introduzioni vengono delle letture:

Prima lettura: SALOMONE che a Dio non chiede lunga vita, ricchezza, vittorie sui nemici, ma UN CUORE DOCILE che sappia DISTINGUERE IL BENE DAL MALE.

Seconda lettura: PAOLO che ai ROMANI dice come TUTTO CONCORRE AL BENE PER QUELLI CHE AMANO DIO.

 

È il BENE per noi, l’obiettivo di Dio, il suo fine, il suo desiderio, il suo progetto per noi.

E questo BENE è possibile nella vita di ognuno di noi.

Ma cos’è il bene per noi? Cosa è bene per noi?

 

Una prima serie di indizi, sul COSA, ci viene dalle 3 letture:

  1. SALOMONE lo aveva chiesto e ottenuto come capacità di distinguerlo dal male, di scoprirlo a partire dal suo cuore, dalla sua coscienza. È quindi innanzitutto uno stile, un modo di essere, di pensare, di scegliere, di vivere che è come “seminato” in noi come un dono, una capacità innata, ma sempre da chiedere.
  2. SAN PAOLO ci ricorda essere presente in ogni cosa, in ogni situazione di “coloro che amano Dio”. È dunque una conseguenza presente nella vita di coloro che mettono Dio al primo posto, amandolo, riconoscendolo, cercandolo.
  3. Nelle PARABOLE è chiaramente identificato con quel REGNO DI DIO che sappiamo essere GESU’ stesso. È una persona, Gesù, il Figlio di Dio, Dio che si è fatto uno di noi, come noi, vicino a noi. Ci appartiene, è alla nostra portata perché Lui ha voluto, in Gesù, che fosse così.

Una seconda serie di indizi sul COME, sempre riguardo al BENE, ci viene analizzando più a fondo le 3 parabole che ci sono state consegnate (a cui dovremo aggiungere anche le altre 4 per completare il puzzle, il mosaico).

  1. La parabola del TESORO ad esempio ci ricorda la dimensione del dono. Il Bene che Dio è e vuole per noi è innanzitutto un dono che Dio ci fa trovare nel CAMPO della vita. Quell’UOMO-CONTADINO, non stava cercando il tesoro, ma lo scopre, mentre sta facendo il suo dovere. Chi vive la vita in modo pieno, secondo le proprie capacità, non mancherà di scoprire come in essa Dio, sempre, nasconde un TESORO.
  2. La parabola della PERLA PREZIOSA invece sottolinea di più la dimensione dell’impegno perseverante del nostro agire. Quel MERCANTE infatti la PERLA PREZIOSA la sta cercando con impegno e perseveranza. Egli è certo che essa esiste, ma occorre impegnarsi per trovarla e alla fine il suo impegno è premiato. Chi avrà pazienza e perseveranza, prima o poi verrà ricompensato da Dio e troverà la sua PERLA PREZIOSA.
  3. La parabola della RETE GETTATA NEL MARE, mette in luce invece l’impegno perseverante dell’agire di Dio! È Lui la rete che instancabilmente viene gettata nel mare della vita. E quella rete raccoglie OGNI GENERE DI PESCI, tutti siamo cioè oggetto della sua benevola attenzione. E qui c’è una svolta impegnativa: la sua volontà di raccogliere tutti non ci esonera dell’impegno di farci trovare BUONI PESCI. Essere “buoni” o “cattivi” dipende da noi! È dato alla nostra libertà. Siamo noi a decidere da che parte stare, se quella del bene così come Dio ce lo propone o quella del male, spesso travestito da bene, così come noi ce lo immaginiamo spesso.

 

La destinazione ultima del nostro percorso di vita dipende da noi. Ad ognuno è dato, come a SALOMONE, un CUORE sufficientemente capace di distinguere e di decidere. E come ci ricorda PAOLO, per quanto dipende da DIO, TUTTO CONCORRE AL BENE.

Ma noi saremo abbastanza affamati di bene? Affascinati dal bene? Desiderosi di bene? A parole si. Ma nei fatti? Dipende da noi. Non perdiamo tempo. Ogni momento è buono per scegliere il bene.