Omelia del 17 gennaio 2021

II Domenica del Tempo Ordinario/B – CHIAMATI – Inizia oggi il Tempo ordinario della liturgia, dopo il primo dei due grandi appuntamenti annuali della nostra fede, il Natale, a cui seguirà la Pasqua. Il Natale ci ricorda da dove veniamo, la Pasqua ci dice verso dove andiamo. Il tempo ordinario ci ricorda il CAMMINO da fare ogni giorno.
E in questa prima domenica incontriamo tre letture molto belle e molto impegnative. Anch’esse le possiamo leggere con questi “occhiali” speciali:
– da dove veniamo: da una chiamata, come SAMUELE e i discepoli
– verso dove andiamo: all’incontro con DIO in GESU’.
– come ci arriviamo: con tutto noi stessi che siamo CORPO.
In principio della nostra fede, ma anche della nostra vita (il “da dove veniamo”) c’è una CHIAMATA. È per tutti. Non riguarda solo preti e suore, ma OGNI BATTEZZATO (NB: la recente istituzione di ministeri ordinari di lettore e accolito, ricorda che nel Battesimo ognuno di noi diventa sacerdote, profeta e re!).
Quando siamo stati concepiti siamo stati chiamati.
Quando siamo stati battezzati siamo stati chiamati.
Quanto abbiamo scelto un tipo di scuola e di lavoro siamo chiamati.
Quando ci siamo innamorati siamo stati chiamati.
Quando ci siamo sposati, oppure fatti prete o consacrati, oppure abbiamo accettato di vivere da soli come dono: sono tutte chiamate.
Quando nasce un figlio, quando arriva una malattia, quando si muore, per noi cristiani, sono tutte chiamate.
Certo c’è nella vita di ognuno una CHIAMATA COME QUELLA DI SAMUELE. E’ quella degli inizi, quella che ti fa uscire dall’infanzia e dalla prima giovinezza, quando si viveva per fede (“se non diventerete come bambini”, infatti…) o nella ricerca e ti fa entrare nella piena giovinezza e nel mondo adulto (quando si dice “Si” e si sceglie il Signore, o meglio si riconosce di essere stati scelti dal Signore!).
Per qualcuno è più chiara e identificata: quel giorno, quell’ora (cf Papa Francesco che a 17 anni durante una confessione capisce di essere chiamato) oppure più travagliata e incerta (come i sogni di SAMUELE). Poi ovviamente c’è il discernimento e la preparazione più o meno lunga: per noi preti è il seminario, per gli sposi è il fidanzamento, per qualcuno può essere una guida spirituale personale, come per SAMUELE fu Eli e il risiedere nel Tempio.
Nel Vangelo ritroviamo la stessa esperienza, la CHIAMATA, ma potremo riconoscervi anche un anticipo del traguardo, quando MARCO conclude che i DUE DISCEPOLI DI GIOVANNI, aiutati da GIOVANNI BATTISTA stesso (la guida), sentono il VENITE E VEDRETE e, appunto, ANDARONO E VIDERO e alla fine RIMASERO CON LUI. In queste 3 parole c’è tutta la vita cristiana, c’è il traguardo, il “dove stiamo andando”: RIMANERE CON GESU’! Questo è il nostro progetto comune, che poi conosce le infinite sfumature. RIMANIERE CON LUI qui e ora, il tempo e il cammino della vita. RIMANERE CON LUI per sempre, è la vita eterna, l’Oltre che il Risorto promette.
Diamo in fine un cenno anche alla seconda lettura, un tema quello del CORPO importante e delicato. Lo metto in relazione con il cammino, l’oggi, il modo concreto che mette in relazione il “da dove veniamo” e il “verso dove andiamo”. Veniamo da Dio e andiamo verso Dio, e lo facciamo ora, qui, adesso, con il nostro CORPO. Si perché noi SIAMO UN CORPO. Purtroppo la cultura in cui viviamo è un poco schizofrenica: esalta il corpo come fosse tutto, poi però si accorge che non basta e favoleggia sull’anima (vedi un recente cartone animato di successo, ma gli esempi sono tantissimi nei film di intrattenimento), spesso accusando poi, oggi ingiustamente, il cristianesimo di essere contrario al corpo.
È invece esattamente il contrario. Il nostro corpo siamo noi. E noi risorgeremo con il corpo. Per questo San Paolo ci dice di non esporlo all’IMPURITA’, al male, all’egoismo, al pensare per noi stessi, alla dittatura dell’IO. Il corpo è fatto per il NOI. La sessualità ce lo conferma. Ma anch’essa non va né esaltata, né banalizzata.
E qui c’è qualcosa di importante: la fede ha bisogno del CORPO per essere vera, come i sacramenti hanno bisogno delle cose concrete (acqua, olio, vino, pane), così la FEDE, come l’amore, ha bisogno del corpo: nelle cose piccole, la fede d’oro degli sposi o la croce dei sacerdoti, a quelle grandi: il l’amore fisico dei primi e il celibato dei secondi. Come dice Paolo: “Glorificate DIO nel vostro corpo”. E tu?