Omelia del 10 maggio

5^ DOMENICA DI PASQUA – Anno A – CARITA’ E VERITA’ – Quando in una famiglia c’è un problema, tutti si danno da fare per cercare di risolverlo. Se il nonno sta male, ecco che la mamma lo assiste, il papà magari va a tenere in ordine il suo orto e aiuta di più in casa, i figli più grandi magari fanno assistenza in ospedale, i più piccoli sono più disponibili ad aiutare in casa…
Possiamo dire che stiamo vivendo un tempo dove tutto il nostro paese si sta comportando (+ o -) come una grande famiglia e ci si sta sacrificando tutti, ognuno per la sua parte per cercare di venirne fuori.
È quello che era capitato anche nella prima lettura, siamo nella primissima comunità cristiana, a GERUSALEMME, dove si era creato un problema: le VEDOVE avevano bisogno di aiuto ((a dire il vero c’era anche una ingiustizia: quelle di LINGUA GREGA venivano aiutate meno di quelle di LINGUA EBRAICA: Come dire che nessuno è perfetto, nemmeno i cristiani delle origini!). Ed ecco che i DODICI hanno bisogno di aiuto. Non possono trascurare la PAROLA DI DIO, ma nemmeno delle SORELLE POVERE che hanno bisogno e così nascono i DIACONI: CERCATE FRA VOI SETTE UOMINI DI BUONA REPUTAZIONE… AI QUALI AFFIDEREMO QUESTO INCARICO. Ci sono dunque due cose preziose, entrambe importanti e insieme, con l’aiuto dello SPIRITO SANTO, si trova una soluzione e così emerge anche un metodo.
Quali sono le cose preziose? Una è la CARITA’ e l’altra è la PAROLA DI DIO, che potremo chiamare anche: la VERITA’.
Entrambe sono preziose. Entrambe vanno custodite. Per entrambe occorre qualcuno che vi si dedichi. Per questo la Chiesa, guidata dagli APOSTOLI, trova una nuova soluzione con un MEDODO che oggi chiameremo il DISCERNIMENTO: si usa l’intelligenza e si usa la fede. Si chiede a Dio luce e si cercano persone capaci e disponibili.
Possiamo davvero vedere come in controluce uno spaccato della Chiesa, del suo scopo, custodire i valori preziosi che Dio ci ha fatto conoscere: CARITA’ e VERITA’, ma dall’altro perseguirli, realizzarli, viverli in modo adatto ai tempi, perché essi sono immutabili, mentre le situazioni e le persone cambiano sempre. Per cui anche la Chiesa deve sempre trovare nuove soluzioni, ai nuovi problemi, senza perdere le PIETRE PREZIOSE che Dio le ha donato.
E la conseguenza è che: LA PAROLA DI DIO SI DIFFONDEVA.
Troviamo traccia di questi argomenti anche nella seconda lettura. Ma è soprattutto nel Vangelo che possiamo avere delle conferme importanti e decisive.
CARITA’ e VERITA’ si intrecciano e si mostrano come due facce della stessa medaglia, due tratti del volto di GESU’ venuto sulla terra per portare agli uomini la CARITA’ e far conoscere loro la VERITA’: questa, in una parola è la SALVEZZA.
Quando Gesù parla di quelle DIMORE che il PADRE prepara per ciascuno di noi io riconosco:
• la rande CARITA’ che ci è stata promessa,
• l’unica VERITA’ che ci è stata rivelata.
E non sono irraggiungibili, perché c’è una VIA e percorrendo questa via, noi diamo un senso preciso e chiaro alla nostra VITA.
Quando GESU’ riassume e dice: IO SON LA VIA, LA VERITA’ E LA VITA, egli è come se dicesse: ascolta me, fai come me, segui me, e avrai tutto ciò che più desideri, tanto cerchi e per cui ti affanni!
In GESU’ c’è tutto. Guardando a Lui noi abbiamo tutto.
Con Lui la vita ha senso, ha verità, ha carità, ha felicità.
Per questo l’EUCARISTIA ci manca tanto e ora finalmente sappiamo da quando potremo tornare a riceverla, a partire dal 18 maggio nelle Messe feriali e dal 24 maggio in quelle domenicali, festa dell’ASCENSIONE, non un caso: perché nell’EUCARISTIA sappiamo che Lui c’è oltre i nostri meriti. E però dobbiamo esserci anche noi!
Ma attenzione! non pensiamo l’Eucaristia come una magia. Se la VERITA’ dell’Eucaristia non si intreccia con la verità della PAROLA (come ad Emmaus), non capiremo e non vivremo l’Eucaristia.
Se l’Eucaristia non diventa VITA fatta di PREGHIERA e di CARITA’ non capiremo, non vivremo l’Eucaristia.
Se al dono grande di Dio, l’Eucaristia, non mettiamo la nostra risposta, fatta di vita che cambia, che segue GESU’, tutto, tutto il suo VANGELO, noi non entreremo nelle DIMORE del PADRE, se invece lo crediamo, lo seguiamo, FAREMO OPERE PIU’ GRANDI.