Omelia 5 marzo 2017

1^ TQ/A                                                                               05/03/2017

NEL DESERTO PER IMPARARE L’AMORE

Non c’è dubbio che la Quaresima sia il tempo del DESERTO, inteso come luogo della solitudine, luogo della prova, luogo della fatica, luogo della nudità, luogo della purificazione.

Il segno che lo apre, le CENERI ce lo ricorda. La NUDITA’ di ADAMO ed EVA scoperta con dolore e vergogna dopo il peccato ce lo richiama. E Gesù che dopo il BATTESIMO nel Giordano FU CONDOTTO DALLO SPIRITO NEL DESERTO ci conferma.

Il DESERTO DELLA QUARESIMA rappresenta la sfida per la FEDE. La ripetiamo ogni anno nella liturgia per dirci che in realtà è una sfida permanente. E’ la sfida che ogni giorno incontriamo nella vita, con le sue fatiche, con le sue prove, con le sue provocazioni. Oggi più di ieri. Pensiamo solo alle TENTAZIONI etiche e morali che ci vengono proposte come buone e allettanti, piene di promesse. Scorciatoie per la felicità che nascondono invece la grande tentazione, di diventare NOI, non DIO, il centro del mondo, i giudici della vita e della morte, del bene e del male, i due ALBERI GRADITI ALLA VISTA E BUONI DA MANGIARE IN MEZZO AL GIARDINO. Ma la vicenda di ADAMO ed EVA è li a ricordarci come monito che da soli non possiamo garantirci la felicità, il paradiso. Felicità, paradiso sono un dono da accogliere e Colui che dona è Dio. Quando facciamo da soli inevitabilmente produciamo morte, sofferenza, tristezza, infelicità.

Aborto, divorzio ed eutanasia, sono 3 temi che ci ricordano in modo drammatico questa verità (ogni tanto vengono alle cronache) e come accadde per le TENTAZIONI DI GESU’, essi oggi ci tentano, ci provocano, ci affascinano. Essere noi i signori della vita, dell’amore e della morte, essere noi a decidere cosa è bene e cosa è male pensando di essere più felici. Chiediamoci sempre: ma è davvero così?.

Non è piuttosto vero il contrario. Se ci lasciamo tentare da queste e altre situazioni di vita che sembrano addolcire, facilitare e abbellire la vita in realtà non riusciamo più a sentire la VOCE DI DIO PADRE che parla, la FORZA DELLO SPIRITO che spinge, la PRESENZA DI GESU’ che consola. Restiamo soli, soli e disperati e la vita  diventa un grande deserto che spaventa e porta alla morte.

Ma è vero anche il contrario: se cioè rinunciamo o non ci mettiamo nelle condizioni di sentire la VOCE DI DIO PADRE che parla, la FORZA DELLO SPIRITO che spinge, la PRESENZA DI GESU’ che consola ecco che le tentazioni aumentano, illudono, abbagliano.

Il deserto è luogo di morte non dobbiamo entrarci da soli (Lo sanno bene i tanti fratelli migranti che lo hanno attraversato, quelli che ci sono riusciti ricordano bene quanti fratelli sono morti lungo il sentiero e confidano che il Mediterraneo è ben più desiderabile: qui almeno la morte arriva in fretta).

Lasciamoci accompagnare da DIO. Cerchiamo prima di tutto Lui. Lottiamo ed evitiamo le tentazioni cercando di evitare di lasciare che anche quella più piccola entri nel nostro cuore. Gesù ci insegna come: non entra in dialogo con il Tentatore se non con la PAROLA DI DIO. Tra le tante, troppe parole che sentiamo ogni giorno, facciamo spazio con le “unghie e con i denti” all’unica Parola buona e portatrice di vita che è quella di Dio. NON DI SOLO PANE VIVE L’UOMO, MA DI OGNI PAROLA DI DIO. Togliamo qualcosa dallo stomaco (il digiuno) o dal portafoglio (la carità) dalle chiacchiere (la preghiera) per riempire il nostro cuore. Ci accorgeremo che è più ciò che ci viene dato rispetto a ciò che ci viene tolto.

Accettiamo la sfida di Gesù che si fa uomo e accetta le debolezze e le fragilità e rifiutiamo le scorciatoie. Potere, ricchezza, dominio sono scorciatoie. Sono luccicanti, attraenti, ma non portano lontano.

Il diavolo è maestro di illusione. Dalle PIETRE il pane facile, dall’altro del TEMPIO un Dio burattino da comandare, dall’alto della MONTAGNA il potere per comandare sulle persone. Tutto falso. Tutta moneta falsa. Tutta merce avariata.

Accettiamo anche noi la sfida della nostra piccolezza, della nostra fragilità, della nudità davanti alla vita, della croce di Gesù. Accettiamo tutto questo ma con lo stile di Gesù, con il segreto di Gesù, con la scelta di Gesù che è riassumibile in una sola parola, in un solo comando, in una sola scelta: amare, amare, amare. Amare Dio, amare i fratelli, amare il mondo, amare amici e nemici, amare i ricchi e i poveri, ma soprattutto i poveri.

Se scommettiamo sull’amore, anche per noi accadrà in modo misterioso il miracolo accaduto a Gesù: GLI ANGELI CI SERVIRANNO, il paradiso comincerà qui. Il deserto fiorirà. Avremo fede, avremo speranza, avremo soprattutto amore.