Omelia 23 luglio 2017

16^ TO/A                                                                           23/07/2017

BUON GRANO E ZIZZANIA: A CHE PUNTO SIAMO?

 

E’ un peccato che letture così interessanti e belle cadano nel tempo estivo dove magari siamo meno presenti a Messa o più distratti. Alcuni vanno a Messa in villeggiatura, ma forse ci preoccupiamo e occupiamo troppo poco di chi a Messa ci viene sempre meno oppure mai, e sono la maggioranza: cosa facciamo per loro che si perdono questo tesoro sistematicamente, che non ricevono il seme?.

Oggi ecco un’altra parabola (pure “spiegata” da Gesù) con il SEME protagonista, seme che è la PAROLA seminata nei ns cuori.

Ma prima di addentrarci, a mo’ di premessa facciamo un veloce passaggio nelle due letture precedenti, pure interessanti.

Nella PRIMA LETTURA, dal libro della Sapienza, faccio notare due particolari che mi hanno colpito: l’inizio, NON C’E’ DIO FUORI DI TE e si occupa di noi. E’ un grande invito alla fede. In questi giorni segnati da lutti importanti, penso soprattutto a GLORIA e MARCO, mi viene da dire a me stesso per primo: se non avessi la fede come potrei sopportare dolori così… Anche se a volte è difficile credere, come potremo stare senza? E alla fine della lettura: HAI DATO LA BUONA SPERANZA CHE, DOPO I PECCATI, TU CONCEDI IL PENTIMENTO, e noi poi sappiamo che possiamo aggiungere il perdono. Che serenità mi da anche questa notizia buona: anche questo è difficile, ma mi consola tanto sapere che da Dio viene questa BUONA SPERANZA che i miei PECCATI non lo fanno arrabbiare, ma lo fanno perdonare, anzi prima e di più, lo fanno suscitare in me il PENTIMENTO, perché senza pentirci non andremo a chiedere perdono. E che bello sapere che noi cristiani cattolici abbiamo addirittura un sacramento per questo. Approfittiamone sempre.

Poi c’è Paolo nella SECONDA LETTURA, la lettera ai Romani che ci rivela un altro grande dono di Dio: LO SPIRITO VIENE IN AIUTO ALLA NOSTRA DEBOLEZZA nella PREGHIERA. Non solo ci aiuta a pentirci per ottenere il perdono, ma ci aiuta anche a PREGARE IN MODO CONVENIENTE, perché nemmeno questo sapremo fare da soli e anche INTERCEDE CON GEMITI INESPRIMIBILI, per noi, perché possiamo ogni giorno ottenere il massimo bene possibile. Attenzione non i nostri capricci, non la risoluzione di ogni male, la scomparsa di ogni croce, ma la forza di andare comunque avanti. Che grande consolazione e aiuto!!!

E veniamo alla grande pagina del Vangelo di MATTEO con le 7 parabole del Regno dove Gesù ci rivela il suo cuore. Si perché il Regno dei Cieli è innanzitutto Lui, il suo stile, il suo modo di essere verso di noi, il suo cuore… La parabola del BUON GRANO e ZIZZANIA che da sola vale una vita, piena di buone notizie.

Gesù stesso ce le spiega: C’è Lui che semina continuamente buon seme sulla terra che è il mondo (mai farsi prendere dal pessimismo sulla nostra vita o quella del mondo!); in questo caso il buon seme siamo noi, quindi ogni uomo buono viene da Lui… Certo ci ricorda in modo inequivocabile (a volte lo ignoriamo troppo, bisogna riconoscerlo, ci imbarazza), che esiste il Maligno ed esso pure agisce seminando il male, trasformando di figli del Regno in figli del Maligno. Il primo modo di combattere un nemico è sapere che c’è! Ci sarà una mietitura, una fine (Anche di questo parliamo poco, ci imbarazza, lo banalizziamo). La fine del mondo esiste, anzi ce ne sono almeno due: una riguarda me, ciascuno di noi (la ns morte), una riguarda il mondo. Essa, lungi dall’essere fonte di ansia, deve essere fonte di responsabilità (è condizione di possibilità di libertà!). Infatti Gesù aggiunge che ci saranno dei mietitori, gli angeli (altra presenza oggi spesso ignorata, certo misteriosa e guai ad “angelizzare” tutto… ma sono segno e strumento dell’amore infinito di Dio). Ci dicono che verrà il momento del raccolto. E se BUON SEME e ZIZZANIA, nel mondo e nel nostro cuore, sono lasciati crescere qui (non scandalizziamoci), è indubbio che Dio preferisce e agisce per il prevalere del seme buono, e che non resterà senza giudizio l’esito di questo rapporto per quanto riguarda ognuno di noi: quanto spazio avremo dedicato al buon grano e quanto alla zizzania?

E poi che ci sarà un’esito finale ed eterno del quale, anche se non dobbiamo avere angoscia, nemmeno dobbiamo ignorarlo, vivere come se non ci fosse (come spesso oggi facciamo!): Vita eterna o dannazione eterna. Nell’attimo della morte si fissa per sempre l’esito della mia vita: destinati al bene o destinati al male. Ricordando che non è la stessa cosa: Io voglio vivere per sempre nel bene, e voi? Tre aiuti (3P): PERDONO (col pentimento), la PREGHIERA e davanti a tutti la PAROLA. Liusiamo? A che punto siamo? Come? Quanto? Quando? Ad ognuno la sua contabilità… l’estate è un buon momento.