Omelia 19 luglio 2015

16^ Domenica/B                                                                19/07/2015

VACANZE E VANGELO

In questa domenica il Vangelo ci spinge a parlare di RIPOSO: VENITE IN DISPARTE… RIPOSATEVI UN PO’.

Sembra calzante con il tempo estivo questo richiamo. Le vacanze, le ferie, la villeggiatura, ben si adattano a questo richiamo.

Il RIPOSO è un primo filone di riflessione. Il Signore ricorda ai DISCEPOLI, stanchi per la fatica della missione (cf la domenica scorsa) li invita a risposarsi. Non siamo e non possiamo pensare di essere indistruttibili e quindi indispensabili è una tentazione. Diventa un invito di fede, quello di pensare al riposo. Tutti abbiamo di vivere momenti di riposo e festa, Dio ci ha fatti così, pensiamo alla Creazione nel libro della Genesi, il SETTIMO GIORNO, il sabato per gli ebrei, per noi diventerà la domenica (per i musulmani è il venerdì), da dedicare al riposo. Interrompere il lavoro per ritrovare il senso della vita e del lavoro stesso. Ritrovarlo a partire da Dio come autore della nostra vita, come centro, perno attorno a cui tutto ruota. Qui potremo aprire tutto il tema del lavoro domenicale che oggi viene imposto con criteri assai dubbi e con responsabilità morali importanti da parte di chi ha fatto leggi e di chi imposta le attività lavorative non necessarie, con questi ritmi solo guidato dalla logica del profitto impedendo alle famiglie e ai loro componenti di ritrovarsi insieme, di vivere il riposo insieme. Credo sia una grave responsabilità che davanti a Dio non resterà senza conseguenze. Dalle tante cose da fare, dice il Vangelo, i discepoli NON AVEVANO NEANCHE IL TEMPO DI MANGIARE: ma per vivere bisogna “mangiare” e fa parte del cibo anche il riposo e Gesù li invita a fermarsi.

 

Un secondo filone di riflessione lo possiamo dedicare alle VANCANZE. Nel senso di ricordare che ferie, vacanze, villeggiature, sono un privilegio, possiamo anche dirlo un lusso che non tutti possono permettersi almeno nella forma in cui oggi tendiamo a pensarle: partire, chiudere casa e trasferirsi al mare e in montagna, viaggiare… Credo che da credenti abbiamo la necessità di nono dimenticare questo e quindi di impegnarci almeno nella sobrietà (qui sottolineo l’invito della nuova enciclica del papa Laudato si’), pensando in modo evangelico questo momento e non cedendo troppo facilmente a mode e a esagerazioni. Papa Francesco non fa ferie, papa Benedetto si. Non è questione di si o no, bianco o nero. E questione per lo meno di non ignorare il fatto che ci sono persone in mezzo a noi, molte, e persone in altri paesi, tantissime, che non possono permettersi nulla di tutto questo. Non possiamo non pensarlo e, per quanto è in nostro potere, provare a cambiare il mondo con scelte etiche, sobrie, almeno senza le esagerazioni, magari cercando forme di condivisione, di carità, di impegno o conoscenza che non lascino il nostro cuore indifferente. Gesù che trova la FOLLA AD ATTENDERLO, non dice ai discepoli di cambiare albergo o spiaggia e andare da un’altra parte, ma EBBE COMPASSIONE E SI MISE AD ISEGNARE MOLTE COSE. Si prende a cuore le necessità delle persone.

 

C’è in fine un terzo filone di riflessione che mi viene in mente e riguarda l’ambito SPIRITUALE. Non siamo solo corpo, ma siamo anche spirito. Anzi le due cose non sono separabili. Gesù è certamente preoccupato anche di questo. Il corpo ha bisogno di riposare, ma anche lo spirito ha bisogno di riposare, cioè di ricaricarsi, di superare il logoramento, di arricchirsi. C’è un tempo per agire spiritualmente e un tempo per riposare spiritualmente. L’alimento spirituale viene dalla preghiera, dalla Parola, dall’interiorità da coltivare e da arricchire. Avere ogni tanto tempo dove insistere qui: pregare meglio e magari di più, leggere e meditare la Parola di Dio meglio e magari di più. Alimentare l’interiorità con letture, arte, natura. Un tramonto, un paesaggio, un cielo stellato ammirato con calma e non di corsa, anche questo fa parte di ciò che il BUON PASTORE ci vuole proporre. Per noi consacrati c’è la possibilità più facile di esperienze come gli “esercizi spirituali”, i “ritiri” che altro non sono che “riposo dello spirito”. Ma tutti abbiamo il dovere di cercare il nostro modo, compatibile con lo stato di vita (giovane, adulto, coppia, single, genitore o nonno, sano o malato). Tutti dobbiamo alimentare lo spirito.

RIPOSO, VACANZE, SPIRITUALITA’ ognuno trovi il suo modo, ma tutti sentiamo l’invito di Gesù e cerchiamo la nostra risposta.