Omelia 17 gennaio 2016

2^ T.O./C (Nozze di Cana)                                                17/1/2016

C’E’ FESTA PER TUTTI

Gesù, nel Vangelo di Giovanni, che abbiamo ascoltato, inaugura la sua “vita pubblica” con il miracolo delle NOZZE DI CANA, molto significativo. In un contesto di nozze inizia quella serie di “segni” che potranno aiutare gli uomini e le donne di allora (e di oggi) a credere in un Dio presente, un Dio che cammina accanto agli uomini e che per loro desidera il bene più grande.

Non è la prima volta, anzi, spesso, e la prima lettura, Isaia, ne è un esempio, Dio nella Bibbia usa le parole e legate alla vita degli SPOSI, degli INNAMORATI: PER AMORE DI SION… E DI GERUSALEMME… SARAI CHIAMATA MIA GIOIA, LA TUA TERRA SPOSATA… IL SIGNORE TROVERA’ IN TE LA SUA DELIZIA… LA TUA TERRA AVRA’ UNO SPOSO. COME UN GIOISCE LO SPOSO PER LA SPOSA, COSI IL TUO DIO GIOIRA’ PER TE.

L’umanità, da sola, è come una FESTA DI NOZZE SENZA VINO. Manca qualcosa, uno dei componenti della festa e della gioia. E’ bello vedere come ad accorgersi per prima sia MARIA, ecco il suo compito, accorgersi delle nostre necessità e invocare aiuto a Dio. La riluttanza di GESU’ è la stessa che ritroveremo altrove nel Vangelo quando si rende conto che il segno miracoloso aiuta, ma anche frena la fede autentica. E se sotto la croce non ascolterà coloro che diranno: “scendi dalla croce e ti crederemo”, poco dopo l’episodio di Cana ai discepoli del Battista che lo interrogano sul fatto che lui sia o no il Messia, dirà: “i ciechi vedono, i sordi odono, gli zoppi camminano”.

E’ un segno, solo un segno, nient’altro che un segno: a chi vuole credere dice qualcosa, a chi non vuole credere non dice nulla di più. Infatti viene fatto nella discrezione. Dio agisce di preferenza di nascosto, nella discrezione. Cosa dice questo segno di Cana?

1)      Intanto che Dio vuole che la nostra vita sia una festa di nozze e una festa riuscita. Vuole che la nostra vita sia ricolma di BUON VINO, abbondante, sia una festa riuscita. Tra l’altro senza pretendere che si sappia che è Lui a evitare il fallimento (COLUI CHE DIRIGE IL BANCHETTO NON SA e con lui gli sposi, solo i SERIVITORI).

2)      Non è un caso che il primo segno-miracolo di Gesù avvenga in un contesto di nozze. Questo da alle nozze, al matrimonio una dignità grande. Il matrimonio, l’amore tra l’uomo e la donna è benedetto da Dio doppiamente, nella Creazione e da Gesù stesso. Come dire è un bene preziosissimo per tutti. In un conteso civile che sta discutendo leggi che vanno a proporre un modo diverso di vivere il matrimonio, noi cristiani non possiamo restare indifferenti. E’ Dio che ce lo chiede. Certo non possiamo imporre la nostra visione delle cose agli altri, ma nemmeno lasciare che altri la impongano a noi. Vivere l’amore umano senza il matrimonio è un impoverimento, significa svuotare quelle ANFORE del vino buono e annacquarlo e cosìimpoverire l’umanità.

3)      Ma non possiamo nemmeno dimenticare l’intreccio che oggi si realizza con alcune ricorrenze. E’ la Giornata dei migranti, la Giornata del dialogo con gli ebrei e si apre laSettimana di preghiera per l’unità dei cristiani. CANA ci ricorda che l’umanità è una, che la FESTA DI NOZZE, le ANFORE, il VINO, sono per tutti. Non possiamo accettare un mondo dove qualcuno è escluso dalla festa. Dio non lo vuole, ma se ci pensiamo bene nemmeno ci conviene. Solo condividendo il vino (e Dio ce ne ha dato tanto per tutti) con tutti ci sarà vera festa.

         Come possiamo essere felici a tavola con Dio sapendo che ci sono fratelli che sono esclusi, che sono fuori, che non hanno nulla? O peggio tenendoli a forza noi fuori della festa? E’ inaccettabile come cristiani, è inaccettabile come umani. Io su un mondo che chiude le porte, si chiude in castelli più o meno dorati, accettando che fuori ci sia la miseria e la morte non ci stò, non voglio starci. Preferisco che il mio castello sia un po’ più povero, un po’ più sporco, magari anche un po’ scassato, ma aperto, piuttosto che dorato e chiuso, ma circondato da cimiteri. E poi Dio starà a tavola con noi se chiudiamo i fratelli fuori?

         E Come possiamo essere felici a tavola con Dio se non accettiamo che siano seduti a tavola con noi anche tutti gli altri credenti, cristiani, ebrei, o di altre fedi? Ci sono tanti posti nella tavola del Signore, le sue ANFORE sono abbondanti. C’è posto per tutti, c’è festa per tutti. Per questo preghiamo, per questo ci impegniamo.