Omelia 13 novembre 2016

XXXIII TO/C                                                                      13/11/2016

VITA AMARA O VITA DOLCE

La notte della sorprendente elezione a presidente americano di Donald Trump, Obama ha fatto un discorso dicendo tra l’altro: “domani sorgerà ancora il sole” di vago sapore biblico.

Senza entrare nel merito, certamente Trump si è cercato con una certa, probabilmente furba e opportunista – e purtroppo efficace –, insistenza, la faccia del duro, di quello che non ha paura di andare contro il pensare comune… e noi ne avevamo l’impressione che sarebbe stato una “fine del mondo”. Obama, giustamente – e forse tardivamente – ci ha riportato alla realtà duplice. Come Trump non sarà la fine del mondo (forse nemmeno un buon presidente), così la sua avversaria e il suo predecessore non sarebbero e non sono stati il paradiso in terra.

Le cose degli uomini si susseguono. Non certo sempre uguali, ma con una certa ripetitività che il libro del Qoelet fotografa con una certa originalità e rassegnazione: QUEL CHE E’ STATO SARA’ E QUEL CHE SI E’ FATTO SI RIFARA’: NON C’E’ NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE (Qo 1,9).

L’altro giorno leggevo queste parole circa lo “spettacolo sempre più spaventoso della miseria umana che cresce. Si direbbe che nella misura in cui i grandi della terra si arricchiscono, la povertà cresce, il lavoro diminuisce, i salari non sono pagati”. Cosa potremo pensare? Forse ci può sorprendere sapere che lo scrive un prete (p. Antonio Chevrier) a Lione intorno al 1850!! 

Questa lunga introduzione non per suscitare rassegnazione e disincanto, tutt’altro. Gesù stesso conclude la pagina di Vangel oche abbiamo letto, detta “ESCATOLOGICA”, cioè degli ultimi temi, del Vangelo di Luca, con questo versetto: CON LA VOSTRA PERSEVERANZA SALVERETE LA VOSTRA VITA.

Come già accennavo domenica scorsa, l’avvicinarsi della fine dell’Anno liturgico, ci porta a queste pagine “ultime” non come suscitatrici di sentimenti di angoscia e di paura, quanto piuttosto di fiducia e di speranza. Si proprio così, fiducia e speranza.

IL GIORNO ROVENTE di cui ci ha parlato Malachia nella prima lettura, così i GIORNI NEI QUALI DEL TEMPIO NON SARA’ LASCIATA PIETRA SU PIETRA, sono spinta a vivere questo tempo, il nostro tempo, come l’unico tempo che ci è dato, dono prezioso, nel quale suscitare la fede, alimentare la fede, perseverare nella fede. Gesù è chiaro: BADATE DI NON LASCIARVI INGANNARE.

Mi chiedo allora quale sia o potrebbe essere l’inganno per noi.

Forse per noi l’inganno non è più quello che poteva essere un tempo (e per certe persone che vivono di una religiosità fanatica forse è ancora), la paura della “fine del mondo” e del “giudizio di Dio”.

Oggi noi figli dell’epoca dove si è rotto l’incanto, dove Dio non è più centrale, significativo, non è nemmeno più combattuto, ma semplicemente ignorato, considerato di fatto inutile, forse noi oggi rischiamo di vivere l’effetto opposto.

In noi l’inganno potrebbe essere esattamente questo: se Dio non c’è, o se c’è non influisce sulla mia vita, io allora vivo oggi tutto quello che posso, pensando solo ed esclusivamente a me stesso, al mio oggi, al “qui e ora”. Mi godo la vita, me la godo più che posso, me la godo a discapito degli altri: GUERRE, RIVOLUZIONI, LOTTE TRA NAZIONI, TERREMOTI, CARESTIE, PESTILENZE, FATTITERRIFICANTI E SEGNI GRANDIOSI DAL CIELO, PERSECUZIONI, TRADIMENTI IN FAMIGLIA, UCCISIONI… Noi potremo aggiungere questioni sociali come: “migrazioni, crisi economiche, delle banche e del lavoro”; oppure crisi di valori: “bassa natalità, aborto, eutanasia, rinuncia al matrimonio, divorzio, convivenze…” tutto questo mi lascia indifferente. Penso per me, mi godo la vita che posso e del resto e degli altri non mi interessa.

E’ una ipotesi. Forse stiamo vivendo proprio così, anche senza saperlo. Ma è una ipotesi e una possibilità che non mi piace. Mi lascia l’amaro in bocca. E io non voglio vivere con l’amaro in bocca.

Voglio vivere con la bocca dolce. E la “bocca” della vita è dolce, almeno a me pare sia così, solo quando, come Gesù e con Gesù, vivo per gli altri, donando la mia vita agli altri, pensando agli altri prima che a me stesso. Posso anche non pensare a Dio, ma se penso a Dio mi è più facile pensare al prossimo, ma solo amando, accogliendo, spendendomi per il prossimo, la vita vale, la vita è dolce. Questa molto, l’altra ancora di più. Io ci credo. Tu o Dio, aiuta la mia fede!