Omelia del 4 marzo 2018

III^ Tempo di Quaresima/Anno B – TUTTO PER AMORE – San Paolo nella seconda lettura ci consegna la chiave per leggere le altre due letture, la prima e il Vangelo: è il CRISTO CROCIFISSO con la famosa distinzione: I GIUDEI CHIEDONO SEGNI E I GRECI CERCANO SAPIENZA… NOI INVECE ANNUNCIAMO CRISTO CROCIFISSO: SCANDALO x i primi e STOLTEZZA x i secondi.

SEGNI e SAPIENZA non sono negativi in se stessi, anzi. Sono cosa buona. La fede è piena di SEGNI e di SAPIENZA. Ma cos’è che manca? Cos’è che il CROCIFISSO aggiunge? Cos’è che li lega e li riempie di sostanza? E’ L’AMORE.

Il CROCIFISSO dice con i fatti, drammatici e quindi veri, il grande, grandissimo amore che Dio ha per noi. Ci dice il cuore di Dio e quindi il cuore del nostro rapporto con Lui, o meglio, del suo rapporto con noi. Il cuore è l’amore.

In quella CROCE, che ogni anno il Venerdì santo contempliamo muti e sgomenti, si nasconde il gesto d’amore più grande. Grande perché è dono di tutta la vita, grande soprattutto perché quella vita non è una vita qualsiasi, è la vita di Dio, l’infinito, donata, tutta, per noi!

 

E allora scopriamo il senso del DECALOGO e il senso del TEMPIO, che da soli rischiano facilmente, e la Scrittura ce lo mostra in tanti modi, di diventare non delle “liberazioni”, ma delle “gabbie” insopportabili.

Solo per amore obbedisco a quei Comandi, solo per amore acquista senso il Tempio. Altrimenti se li considero in se stessi, come ogni prigione, cercherò di fuggire, di evadere.

Con un esito però drammatico: se non c’è Dio al cuore della mia vita, con i suoi COMANDAMENTI-SAPIENZA, e con i suoi SEGNI-TEMPIO, inevitabilmente ci costruiamo altre sapienze, altri templi, a nostra misura apparente, ma alla fine ben più stretti, ben più opprimenti, guidati da idoli che ci soffocheranno.

 

GESU’ CROCIFISSO invece, solo Lui ci libera. Lui si che ci rende liberi veramente. E allora acquista luce e senso tutto il resto.

 

I COMANDAMENTI diventano non più divieti, ma parole d’amore, indicazioni d’amore, frecce d’amore: verso Dio (unico per non essere prigionieri degli idoli, dal nome santo che rende santi noi e da onorare nei giorni di festa perché la nostra vita non perda il profumo della gioia); verso il prossimo (a partire dal più vicino, i genitori, custodendo la vita sempre, vivendo l’amore come gioia vera, rispettando i beni di tutti, rispettando la verità, curando una ecologia dei rapporti e delle cose).

Il TEMPIO non più luogo semplicemente fisico dove rischiare continuamente di rinchiudere Dio, finendo con il farlo diventare MERCATO, luogo dove comprare il favore di Dio con denaro, sacrifici, pratiche religiose, cosa che puntualmente era accaduta nel grande Tempio ebraico e che continuamente possiamo rischiare di far diventare le nostre chiese. Gesù opera una PURIFICAZIONE non tanto del luogo, quanto dell’idea del Tempio come rapporto con Dio.

La CASA DEL PADRE è certamente il tempio, ma la Vita tutta e il Creato tutto sono “casa di Dio” che non dobbiamo far diventare MERCATO, se tutto è mercato, non c’è più posto per Dio, allora si diventiamo prigionieri per sempre, la vita diventa un inferno.

Ha ragione GESU’ ad arrabbiarsi e ad agire. Certo il suo è un segno, ma non è quello che chiedono i GIUDEI, il vero segno è il TEMPIO DEL SUO CORPO che DISTRUTTO, IN TRE GIORNI LO FARA’ RISORGERE.

E i discepoli RICORDARONO E CREDETTERO. Ricordare per credere, ricordare le promesse di Dio, come fecero gli Ebrei, come ci viene chiesto di fare noi Cristiani. E la grande promessa di GESU’ è proprio rinchiusa in questo episodio: il grande evento d’amore del CRISTO CROCIFISSO inonderà di luce e di vita nuova risorta il mondo, sole che non tramonta che nessun MERCATO potrà oscurare.

A noi il compito di ricordare per credere e così vivere. Cosa veniamo a fare in chiesa, nel TEMPIO, se non a RICORDARE, ricordare la grande promessa d’amore (l’ultima cena, anticipo della croce), per credere alla grande promessa di vita, realizzata il mattino di Pasqua.

Aiutaci a lasciare il MERCATO al suo posto, fuori del Tempio, fuori del nostro cuore. Solo così acquisteremo le cose più preziose, i generi più necessari: l’amore, la libertà, la vita eterna.