Omelia del 31 gennaio 2021

4^ Domenica del Tempo Ordinario/B – ATTESA E ATTESE – Stiamo vivendo un tempo di ATTESA:
• Quelle dell’attualità: un nuovo Governo, il benedetto vaccino, che passi questa pandemia, che la scuola riparta…
• Quelle più semplici e quotidiane: la vista di un amico, il pranzo insieme in famiglia, una passeggiata pomeridiana…
• Quelle più importanti e decisive: un amore per la vita, un figlio che sta per nascere, un esame da dare, un’operazione da fare…
• E poi ci sono quelle della fede! Sono attese che hanno a che fare con il senso che diamo alla vita, a tutta la vita e anche oltre: Noi cosa attendiamo?
Parafrasando una frase famosa possiamo dire: “Dimmi cosa attendi e ti dirò chi sei”…
Le letture che abbiamo letto sono piene di ATTESA e di ATTESE…
• Attesa del NUOVO PROFETA la prima lettura del Deuteronomio.
• Attesa di una vita SENZA PREOCCUPAZIONI, seconda lettura, San Paolo che scrive ai Corinzi.
• Attesa di capire CHI SIA GESU’ nel Vangelo di Marco.

Ma ci sono anche ATTESE sbagliate:
• Nella prima lettura: l’attesa dei profeti falsi che dicono COSE CHE DIO NON HA COMANDATO.
• Nella seconda lettura: l’attesa legata alle PREOCCUPAZIONI DEL MONDO che ti allontanano da Dio.
• Nel Vangelo: quella di un Messia diverso, con un altro INSEGNAMENTO, con una FAMA legata ai soli miracoli.

E allora torna la domanda: Io cosa sto attendendo? Noi cosa stiamo aspettando? I cristiani cosa attendono?
Ben consapevoli che oltre ad evitare le attese sbagliate c’è anche da evitare di attendere invano mentre a vita passa e se ne và.
Se ci mettiamo dalla prospettiva giusta, quella di una fede autentica, allora possiamo intrecciare le attese di queste 3 letture e trovare una indicazione buona e positiva per noi!

Nella prima lettura, L’ATTESA DEL PROFETA che possa permetterci di avvicinarci a Dio senza morire (era la paura degli israeliti!). È il primo passo di quell’attesa del Messia che segnerà la storia di Israele e che troverà in GESU’ il suo compimento.
Nel Vangelo scopriamo che l’attesa è buona e porta al bene se non la trasformiamo nell’attesa di un PROFETA-MESSIA secondo i nostri gusti. È illusorio pensare a un Dio a nostra misura che renda la nostra vita felice. È proprio il rischio dei contemporanei di GESU’ che da una parte aspettavano un Messia vincitore di battaglie e dall’altro accorrono a vedere i suoi miracoli pensando che quelli siano sufficienti a riempire i loro cuori inquieti.
Nella seconda lettura, è San Paolo con quello strano discorso (per i nostri orecchi moderni ed emancipati) che sembra denigrare il matrimonio, il quale ci fa capire come in realtà ciò che conta è che l’attesa di DIO sia autentica e pura. Solo così saprà liberare dall’ansia delle PREOCCUPAZIONI del mondo, che pur restando, non saranno più così ansiogene e paralizzanti.

L’ATTESA DI DIO AUTENTICA E PURA è quella senza interessi, gratuita perché fondata sulla certezza della fede che non solo non posso comprare nulla da Dio, ma che tutto riceverò da Lui se gli aprirò il cuore con fiducia.
Un rapporto con Dio non fondato sulla paura (prima lettura), ma sulla fiducia.
Un rapporto con Dio non fondato solo sulla conoscenza (anche gli spiriti impuri conoscono Gesù!), ma sull’amore.
Un rapporto con Dio fondato non sull’interesse e la gratificazione (seconda lettura), ma sulla libertà.

FEDE, AMORE e LIBERTA’. Solo così il nostro rapporto con DIO, la nostra ATTESA di Lui sarà vera e sarà proficua. Solo così la vita acquisterà speranza, calore, forza e saprà affrontare le inevitabili delusioni, errori, limitazioni che la vita porterà con sé, infrangendo parte delle nostre attese terrene (a volte tutte!).
Questo è l’INSEGNAMENTO NUOVO che Gesù è venuto a portare. È ciò che tutti attendiamo davvero. Seguiamolo.