Omelia del 29 settembre 2019

XXVI Domenica del Tempo Ordinario/C – RICCHI E POVERI – Giornata del Migrante e Rifugiato – Oggi, protagonista nel Vangelo c’è l’altro LAZZARO, non il fratello di Marta e Maria, ma il povero che STAVA ALLA PORTA DELL’UOMO RICCO, che la tradizione chiamerà “EPULONE”.
E bisogna riconoscerlo senza tanti dubbi: LAZZARO non siamo noi!
Se pensiamo che oggi è la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato e se ci rileggiamo i numeri dell’ONU (datati 2018, in peggioramento) che dicono come nel mondo ci sono 70 milioni di persone che migrano e si sono rifugiate altrove… e non siamo noi. Di queste 41 milioni non riescono ad uscire dalle loro terre povere perché i “muri” sono troppo alti… e non siamo noi. Di queste 25 milioni sono uscite dai loro paesi perché costretta… e non siamo noi. In fine più di 3 milioni sono richiedenti asilo, perché perseguitate nei loro paesi… e certamente nemmeno questi siamo noi. Se poi allarghiamo lo sguardo e andiamo a cercare i poveri estremi (quelli che vivono con meno di 2 dollari al giorno), sono 900 milioni… e nemmeno tra questi ci siamo noi.
Dunque, se non siamo LAZZARO noi siamo EPULONE! E quindi, dal punto di vista del Vangelo la faccenda è (o dovrebbe essere per noi) preoccupante. E per noi vale il detto di GESU’, citato altrove nel Vangelo: IL TEMPO SI E’ FATTO BREVE, a cui possiamo aggiungere l’ammonimento del PROFETA AMOS: GUAI AGLI SPENSIERATI…MANGIANO…CANTERELLANO…BEVONO… NON SI PREOCCUPANO. ANDRANNO IN ESILIO… CESSERA’ L’ORGIA DEI DISSOLUTI.
Non è terrorismo psicologico, tanto di moda nelle omelie di un tempo, dicono. Ma è realismo evangelico, oggi potremo anche definirlo “realismo ecologico” (che è più di moda) ed è comunque un’emergenza.
C’è un’emergenza ecologica grave, certo, ma c’è un’emergenza antropologica, umana, altrettanto grave, perché se non avremo il coraggio di “allargare lo sguardo a tutto e a tutti” non ci salveremo. E lo sguardo lo dobbiamo allargare adesso, non come il RICCO EPULONE che ha aspettato dopo, ma dopo, per lui è troppo tardi: HO CINQUE FRATELLI… LI AMMONISCA… E la risposta: HANNO MOSE’ E I PROFETI (la Scrittura, la Bibbia!)… NEANCHE SE UNO RISORGESSE DAI MORTI SARANNO PERSUASI.
Oggi GESU’ ci fa un discorso duro. Ma è la durezza del papà o della mamma che vogliono bene al loro bambino, che non vogliono che si faccia male. Fintanto che pensiamo solo a noi stessi noi ci facciamo del male. Fintanto che non ci curiamo del creato, della natura, dell’ecologia, noi ci facciamo del male. Fintanto che noi non pensiamo ad aiutare i poveri, i migranti, i rifugiati del mondo, noi ci facciamo del male. Fintanto che non contrasteremo di più l’aborto, la vita non ancora nata noi ci facciamo del male. Fintanto che non cercheremo di alleviare di più le sofferenze dei malati e dei morenti, ma cercheremo scorciatoie come eutanasia e suicidio assistito, noi ci facciamo del male. Fintanto che non apriamo lo sguardo e il cuore a tutto e tutti, noi non ci salviamo: il ricco si salva se si occupa davvero del povero; e il povero si salva se non pensa solo alla sua povertà. Ma mentre per il povero è naturale aiutare un altro povero, per il ricco no.
GESU’ parlando ai FARISEI di LAZZARO e dell’UOMO RICCO dice anche a noi: “non fatevi del male!”
Se chiudiamo la porta a chi ha bisogno, al povero di tutti i tipi, dalla povera natura al povero uomo, noi chiudiamo da soli la porta del Regno di Dio e resteremo fuori perché solo attraverso l’altro Dio ci viene incontro.
Dio ci è venuto incontro con GESU’ e la sua croce dove si è fatto davvero povero, povero tra i poveri, di quella povertà ultima che è la morte, la povertà che tutti abbiamo, ma che spesso dimentichiamo, soprattutto noi ricchi che possiamo rinviarla di parecchio e che, quando bussa alla nostra porta ci trova sempre impreparati.
E così non la sappiamo affrontare. Ne abbiamo paura. Soprattutto se siamo da soli. Oggi il dramma grande è che le croci della vita le affrontiamo da soli. E fintanto che abbiamo forze e ricchezze per affrontarle tiriamo avanti, ma quando le nostre forze e le nostre ricchezze non bastano siamo disperati.
Tu Signore ci vuoi felici, non disperati. Aiutaci ad aprire le porte del cuore ai poveri, si apriranno così anche le porte del Tuo Regno.