Omelia del 23 gennaio 2022

3^ Domenica del Tempo Ordinario/C – DUE INIZI: UNICA FEDE! – Abbiamo ascoltato l’inizio del Vangelo di LUCA, anzi il doppio inizio.
Un primo inizio: Luca, dice, ha fatto RICERCHE ACCURATE SU OGNI CIRCOSTANZA, per poter fare un RESOCONTO ORDINATO per un personaggio, TEOFILO, dal cui nome “amante di Dio”, possiamo immaginarlo come personaggio importante, ma anche come fosse ogni credente. Luca ci offre l’opportunità di sentire il sapore e il profumo di un racconto che sa di verità, di storicità, di concretezza. Ha cercato di chiedere ai TESTIMONI OCULARI, coloro che divennero MINISTRI DELLA PAROLA (la tradizione dice anche Maria!). Sono affermazioni forti e intense. Sono l’anello di congiunzione tra l’evento Gesù e l’evento Chiesa. Tra Gesù e noi, possiamo dire. Tutto si basa su TESTIMONI a cui siamo invitati a credere. E d’altronde: la nostra fede cos’è? Nasce dalla testimonianza dei nostri genitori, delle nostre famiglie e delle nostre comunità, nel bene e nel male. Cresce se non siamo superficiali, se non ci accontentiamo e, alla fine, veniamo a contatto con la necessità, ad un certo punto, di fare un “salto”: credere o non credere, fidarsi o non fidarsi. Perché nessuna testimonianza sarà mai – non può mai – essere decisiva, nel senso di automatica. Ognuno, davanti a Dio, davanti alla fede, è solo ed è chiamato a dire il suo “si” e il suo “no”.
Così noi oggi, DOMENICA DELLA PAROLA, siamo chiamati a rinnovare il nostro “si, credo”, di fronte al contenuto di questo libro, la Parola, e della comunità-Chiesa che da quella Parola è stata generata. Ed è andando e tornando e ri-andando e ri-tornando sempre a queste parole, credendo che sono “Parola di Dio”, che noi possiamo dire di credere e alimentare la nostra fede. Se questo accade 2 sono le conseguenze, che diventano verità della fede:
– SENTIRCI SEMPRE IN CAMMINO. Non avere la presunzione di essere a posto, di essere arrivati, di avere fede a sufficienza. Ogni giorno, ogni anno, ogni stagione della vita ha la sua fede e la sua fatica della fede: dalla nascita all’ultimo respiro. In ogni momento siamo chiamati a ri-dire il nostro “si”. Ecco il perché del CAMMINO SINODALE, un modo per ri-dire il nostro “si”, pur, magari, insieme ai nostri “non so”, “faccio fatica”, “dubito”.
– ANDARE VERSO I FRATELLI. Lo abbiamo visto nella grande scena di ESDRA E NEEMIA. La lettura del libro ritrovato, l’ascolto di quella Parola di Dio, suscita commozione e fede e porta ad andare VERSO I POVERI, quelli che non hanno di che festeggiare.

Ma c’è un secondo inizio in questa pagina di Vangelo. Abbiamo fatto un salto di 4 capitoli. In mezzo c’è il racconto del NATALE e delle TENTAZIONI NEL DESERTO, ma ora siamo a NAZARET, NELLA SINAGOGA e GESU’ che APRI’ IL ROTOLO DEL PROFETA ISAIA e lesse: LO SPIRITO DEL SIGNORE E’ SOPRA DI ME… MI HA CONSACRATO… MIA HA MANDATO…e conclude: OGGI SI E’ COMPIUTA QUESTA SCRITTURA CHE AVETE ASCOLTATO!
È quello che accade o dovrebbe accadere anche a noi. Ascoltiamo la Parola proclamata, e al termine il lettore dice “Parola di Dio” o “Parola del Signore”, che significa proprio questo: OGGI SI E’ COMPIUTA QUESTA SCRITTURA.
E mentre ognuno di noi risponde, ovviamente in modo automatico: “Rendiamo grazie a Dio” oppure “Lode a Te o Cristo”, in realtà ognuno è (o dovrebbe essere) provocato a dire: “ci credo”, o almeno “voglio crederci”, oppure se proprio non ce la fa “vorrei crederci” e magari anche “Signore aiutami a crederci”…
Avere fede o almeno desiderare la fede. Quanta fede poi ci sia, lo giudica solo Dio! Noi non stanchiamoci di chiederla e di desiderarla. E lasciamo che le sue conseguenze, le 2 che abbiamo visto prima, si concretizzino ogni giorno un po’ di più. Sarà il segno che davvero la fede, tanta o poca, nessuno lo sa, comunque c’è!
– CAMMINARE verso Dio, mai saremo arrivati in questo mondo…
– ANDARE VERSO I FRATELLI, amarli, tutti, come siamo capaci.
Queste conseguenze confermano la fede. Queste conseguenze alimentano la fede! Così come la Parola ascoltata, soprattutto insieme, conferma e alimenta la fede.
Come un fuoco, buono, sempre acceso nel nostro cuore, che scalda, che illumina, che dice la direzione. Che rende bella e buone buona la nostra vita, così come il profeta aveva detto: LA GIOIA DEL SIGNORE E’ (è!) LA VOSTRA FORZA.