Omelia del 22 dicembre 2019

4^ domenica del Tempo di Avvento/A – CON GIUSEPPE, L’ULTIMO PASSO! – Con la 4^ domenica di Avvento siamo all’ultima tappa prima del Natale. Siamo quindi vicini a quel momento fondamentale, alla grande Festa, al grande Mistero.
Siamo vicini e abbiamo appena ascoltato, con gli occhi di GIUSEPPE, attraverso la penna di MATTEO, i fatti fondamentali che hanno preparato l’evento della NASCITA.
Le due letture sono come un grande abbraccio, un doppio cammino con al centro l’evento fondamentale, il NATALE, appunto.
1) ISAIA con una delle profezie fondamentali che racchiude tutto l’Antico Testamento, tutta la Storia della Salvezza, tutto il cammino precedente dell’umanità con Dio o meglio di Dio con l’umanità per prepararla alla grande sorpresa di Betlemme: ECCO LA VERGINE CONCEPIRA’ E PARTORIRA’ UN FIGLIO CHE CHIAMERA’ EMMANUELE. Un segno incredibile, proposto ad un re, ACAZ, che non crede e non crederà, fingendo di farlo per amore di Dio, ma in realtà semplicemente perché vuole fare a modo suo, perché non si fida, non crede. E’ la storia del popolo di Dio, è la storia di tutta l’umanità, la storia di Adamo ed Eva: non si fida di Dio!
Ma Dio si fida dell’uomo e nonostante questo, capovolge ogni previsione e si farà presente, darà il segno atteso, e sarà un segno di vicinanza, di salvezza, d’amore.
2) Abbiamo poi PAOLO che ai Romani annuncia il Vangelo, la Buona Notizia, la notizia incredibile di un Dio fatto uomo, NATO DAL SEME DI DAVIDE, SECONDO LA CARNE, ma contemporanea-mente COSTITUITO FIGLIO DI DIO CON POTENZA, SECONDO LO SPIRITO e quindi un uomo fatto Dio. E questo Vangelo era PROMESSO, riguarda GESU RISORTO DAI MORTI, PER MEZZO DEL QUALE ABBIAMO RICEVUTO LA GRAZIA, l’OBBEDIENZA, la CHIAMATA, l’AMORE, la SANTITA’.

E in mezzo, come uno spartiacque, come lo stretto pertugio di una clessidra, come una lente che raccoglie la luce e la rilancia, meglio un prisma che moltiplica i colori, come un punto di arrivo e di partenza, in mezzo c’è GESU’, NATO DA DONNA, SECONDO LO SPIRITO SANTO, DIO-CON-NOI (Emmanuele) oppure DIO-SALVA (Gesù). Già il suo nome dice il suo progetto!
E se MARIA, che rappresenta il tramite, pur essendo una di noi, è andata molto oltre la nostra povera umanità con la sua IMMACOLATA CONCEZIONE, ecco GIUSEPPE uno di noi che, pure coinvolto profondamente nel progetto di Dio, rimane molto vicino alla nostra povera umanità ferita e bisognosa di salvezza, ma anche capace di grandi slanci, di intuire, di fidarsi, di credere.
E allora GIUSEPPE mi assomiglia, ci assomiglia.
GIUSEPPE con il suo SILENZIO, ci parla in modo eloquente.
GIUSEPPE con i suoi GESTI ci sprona e ci dà l’esempio.

Di fronte a DIO che entra nella storia, GIUSEPPE che vorrebbe farsi da parte (UOMO GIUSTO, NON VUOLE ACCUSARE PUBBLICAMENTE MARIA E VORREBBE RIPUDIARLA IN SEGRETO, sciogliere di nascosto il patto nuziale già stipulato, come da tradizione – forse non è ancora divenuto pubblico – giudicandosi evidentemente indegno di tale vicinanza, magari lasciandola ad altri), eccolo coinvolto e invitato ad agire in modo non banale, ma fondamentale: dare una paternità giuridica, dare una solidità umana a quel bambino, una prospettiva di vita, dare un nome, una famiglia, una sicurezza e contemporaneamente adempiere le Scritture, dandogli la discendenza davidica, come da profezie.
E allora GIUSEPPE diventa elogio per noi, per l’umanità che:
– sa riconoscere l’agire di Dio e si lascia condurre (anche noi se siamo qui e meglio di noi tanti santi);
– sa rinunciare ai suoi piani, per lasciarsi condurre da quelli di Dio (e non lo fa ogni vocazione sincera, ad esempio ogni sposo/a, genitore?);
– rispetta la sua donna e il suo bambini e li accoglie oltre ogni pregiudizio (tanti femminicidi, ma molti di più gli episodi d’amore).
– da una paternità dove non c’era (penso ai papà che lo hanno fatto di nascosto, ma più ancora alle tante adozioni e più ancora a quelle che vorrebbero e non ci riescono, ma anche in realtà ad ogni maternità e paternità, che è certo dono, ma poi deve diventare e spesso diventa un dolce e difficilissimo compito…).
O si, GIUSPEPPE ci parla e ci aiuta. Il NATALE ci parla e ci aiuta.
E noi siamo contenti di fare l’ultimo passo, di tornare a celebrarlo anche quest’anno, per viverlo in realtà ogni giorno. Li dove siamo, dono e compito ogni giorno. Sicuri che c’è un Dio che si è fatto EMMANUELE (Dio-con-noi) e GESU’ (Dio-salva): Questo è Natale.