Omelia 12 giugno 2016

XI TO/C                                                                              12/6/2016

PECCATO E PERDONO

Il tempo estivo vedrà molti di noi vivere spesso, probabilmente, la Messa in posti diversi dalla propria parrocchia. Chi è fortunato per vere e proprie vacanze, che ha meno possibilità per qualche “toccata e fuga” al mare, in montagna o altrove, qualcuno forse nemmeno avrà questa possibilità (perché non pensare a qualche forma di “adozione in vacanza” ad esempio? Cf Voce). Dovrebbe essere per un cristiano un appuntamento immancabile (lo sarà per noi?), che tra l’altro ci darà mondo di riascoltare pagine del Vangelo, come quella di oggi, che ci fanno accostare tratti del VOLTO DI GESU’, del suo MESSAGGIO, della sua BUONA NOTIZIA (Vangelo appunto), che ci riscalda il cuore, che ci dona speranza, che ci sprona ad essere migliori e a non temere per il nostro futuro: tutte cose di cui, onestamente, abbiamo tutti, tanto bisogno, sempre (andare in vacanza e perdere questo incontro di cuore, di anima, di sprone con il nostro Signore a cosa servirebbe?).

La pagina di oggi è una di quelle che ci spinge a riconoscerci umilmente peccatori e ariconoscere misericordioso il Signore. E’ una pagina particolarmente adatta a quest’anno giubilare ed esprime uno dei bisogni fondamentali di ognuno di noi, ma anche uno delle cose più difficili per ognuno di noi. Riconoscere i nostri sbagli, dire “scusa, ho sbagliato”, dire “è colpa mia, mi dispiace”, è difficile per tutti.

Significa “Riconoscerci umilmente peccatori” come fa quella DONNA, evitando l’atteggiamento superbo e giudicante del FARISEO, e “riconoscere misericordioso il Signore” come ancora fa quella DONNA e non riesce a fare il FARISEO, sono due facce di una stessa medaglia, sono due pilastri che tengono su la casa della nostra fede e della nostra vita e chestanno in piedi insieme, l’uno ha bisogno dell’altro. Posso infatti “riconoscermi peccatore” se credo che “Dio è misericordioso” e “credo a un Dio misericordia” solo se ho il coraggio di “riconoscermi peccatore”.

E questa logica non è solo una bella morale, una bella facciata, un perbenismo insulso. E’ vita buona. E’ vita leggera. E’ vita trasparente. E’ vita.

Chi vive bene portando il peso dei propri peccati? Io no e voi? Chi vive bene senza la speranza di un perdono? Io no e voi?

Basta che guardiamo i bambini che fanno una marachella. Mamma e papà se ne accorgono subito perché li vedono “diversi”, come rabbuiati (il peccato ci cambia e ci abbruttisce) e loro fino a che non hanno il coraggio di confessarlo sono tristi e appesantiti e pur con fatica e un poca di paura, non vedono l’ora di confessarlo a mamma e papà. E quando lo confessano sono pieni di gioia, leggeri, tutto è passato e torna il sereno e tornano i colori (il perdono ci ridona bellezza e spensieratezza).

 

Così è per quella DONNA nel Vangelo e così è per DAVIDE nella prima lettura che pure aveva commesso un grave peccato e aveva cercato di nasconderlo, ma il PROFETA NATAN lo smaschera e Davide che pure è re, rinuncia alle scuse e subito confessa, perché anche per lui, nonostante fosse re, il peccato pesa.

O si, il peccato pesa. Purtroppo oggi abbiamo molte situazioni e realtà che spesso ci illudono che non è vero, anzi che “peccato è bello”…

Ma cos’è il peccato tanto da non essere non solo brutto, ma mortale?

Il peccato è rottura di una relazione, anzi della relazione fondamentale, quella con Dio, quella con l’Origine, quella con la Sorgente, quella con la Vita. Peccando siamo come pianeti senza sole, peccando siamo come fiumi separati dalla sorgente, peccando siamo come rami staccati dal tronco. All’inizio non succede nulla, poi, un po’ alla volta la luce si spegne, l’acqua finisce, la vita muore.

Non lasciamoci rubare la vita dal peccato. Non rassegnamoci al peccato. Non restiamo troppo somiglianti a quel FARISEO, ma facciamo come quella DONNA che va da Gesù e si mette AI SUOI PIEDI, in ginocchio, PIANGE, perché è pentita, e porta un PROFUMO perché vuole cambiare vita.

Ma dove ti troviamo Gesù per questo? E’ lui che ci è venuto incontro: ogni volta chepreghiamo noi ritroviamo la strada, ogni volta che ci battiamo il petto a Messa noi ritroviamo la sorgente, ogni volta che ci inginocchiamo in confessionale, noi ritroviamo Dio, ogni volta che facciamo un gesto di carità noi cancelliamo un peccato! Ci sono molti modi, anche d’estate e forse proprio d’estate: approfittiamone!